mercoledì 15 Ottobre 2025
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*Valentina*: Linguaggio, Identità e Redenzione al Teatro Argentina

Al Teatro Argentina, dal 16 al 19 ottobre, si configura un significativo crocevia artistico con la coproduzione tra Romaeuropa Festival e la Fondazione Teatro di Roma.
La regia di Caroline Guiela Nguyen, in prima nazionale e con il prezioso contributo del Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, porta in scena *Valentina*, uno spettacolo che si rivela non solo una narrazione teatrale, ma un’indagine complessa sul linguaggio come vettore di potere, confine identitario e, paradossalmente, via d’accesso a una possibile redenzione.

L’opera trascende la mera trama per addentrarsi nelle zone d’ombra del rapporto tra comunicazione e esistenza.

La parola, in *Valentina*, non è solo strumento di trasmissione di informazioni, ma arena di conflitto, barriera linguistica che genera esclusione, ancora di salvezza e, al contempo, cicatrice indelebile.
Lo spettacolo si presenta come una moderna fiaba, un racconto metaforico intessuto di allegorie che interrogano il ruolo dell’individuo di fronte all’inevitabile confronto con l’alterità.

Al cuore della narrazione si colloca una scoperta cruciale, una lettera in francese scritta da un medico destinata alla madre di Valentina, una donna romena alle prese con la precarietà di una nuova identità, sospesa tra la lingua del Paese ospitante e le radici del passato.
La necessità di tradurre questo testo innesca un processo di rivelazione, costringendo Valentina a pronunciare parole che rischiano di sconvolgere un equilibrio fragile, di demolire un mondo costruito sull’inganno e sulla reticenza.

Caroline Guiela Nguyen, figura di spicco nel panorama teatrale francese e direttrice del Théâtre National de Strasbourg, intreccia le sue ricerche sulle identità sospese, plasmate dalla commistione di lingue, culture e istituzioni, con una profonda riflessione sull’importanza e la responsabilità dell’interprete.
Il suo lavoro si focalizza sul ruolo del traduttore non solo come mediatore linguistico, ma come custode di storie, testimone di sofferenze, voce per chi non ne ha.

L’interprete, spiega la regista, incarna l’essenza del nostro tempo, un’epoca segnata dalla migrazione, dalla globalizzazione e dalla necessità di comprendere l’altro, pur rimanendo consapevoli della propria identità.

L’esperienza diretta con l’associazione Migration Santé Alsace e con interpreti di diverse nazionalità ha fornito a Guiela Nguyen spunti preziosi, ispirandola a creare un’opera che mette a confronto attori professionisti e non, membri della comunità romena di Strasburgo, in un atto di contaminazione artistica.

Questo approccio permette di amplificare la risonanza emotiva dello spettacolo, rendendo tangibile la complessità delle questioni affrontate.

L’opera si interroga sul potere corrosivo del silenzio, sulla capacità delle storie di definire la nostra percezione della realtà e sulla scelta, spesso dolorosa, tra rivelare o nascondere la verità.
*Valentina* si configura, quindi, come un’esplorazione intima e universale delle dinamiche umane, un invito a riflettere sul ruolo del linguaggio come ponte tra mondi o, al contrario, come muro invalicabile.

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