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Resilienza e Memoria: Un Film Che Tocca il Cuore al Roma Film Fest

“Per Te”, un’opera che si fa eco alla resilienza umana, si presenta alla ventesima edizione del Roma Film Fest, distribuita poi nelle sale cinematografiche italiane.
Il film, ispirato a una storia vera, narra il percorso di Paolo, un uomo sulla quarantina, affetto da una malattia neurodegenerativa che lo priva gradualmente della memoria.

La sua scelta, quella di restare al fianco della moglie Michela e del figlio Mattia, si configura come un atto di profonda umanità, un rifiuto di arrendersi alla disperazione.

Mattia, il figlio, riceve un riconoscimento speciale: l’onorificenza di Alfiere della Repubblica per la dedizione e l’amore con cui assiste il padre in questo doloroso cammino.

Alessandro Aronadio, il regista, sottolinea l’importanza di un approccio delicato e rispettoso nella rappresentazione di una vicenda così intima e complessa.
La scelta di non incontrare direttamente i veri protagonisti prima delle riprese, come ha spiegato, è stata dettata dalla volontà di preservare la loro privacy e di evitare un’eccessiva influenza emotiva sul processo creativo.

Il film si propone come una forma di resistenza contro le tragedie della vita, un tentativo di trovare significato e bellezza anche nel dolore.
Edoardo Leo, co-produttore del film, evidenzia come la narrazione si discosti dall’aspettativa di un dramma convenzionale, abbracciando invece toni più leggeri e a tratti comici.
Questo approccio inusuale permette di esplorare temi universali come l’accudimento, la vulnerabilità e la forza dei legami familiari.

Leo, attraverso la sua esperienza personale, condivide come l’esempio del padre, che si è preso cura della madre, abbia plasmato la sua visione dell’amore e della responsabilità.

Il film, quindi, si rivela un’occasione per riflettere sulla capacità di mostrare fragilità senza compromettere l’autorità genitoriale.

Teresa Saponangelo, interprete di Michela, sottolinea l’esperienza di interpretare una donna gravata da un peso enorme, una donna che, pur scegliendo di restare, si confronta con la sua stessa umanità, con la tentazione di fuggire.
L’attrice riflette sull’importanza di fissare i ricordi, un tema centrale nel film, incarnato dal protagonista nel momento della presa di coscienza della sua malattia.
Alessandro Aronadio conclude con la sua visione del film: un equilibrio precario tra commedia e tragedia, un tentativo di rappresentare la vita nella sua interezza, con le sue luci e le sue ombre.
L’omaggio a Buster Keaton, il comico che faceva ridere senza sorridere, e il riferimento a Rocky Balboa, simbolo di forza e resilienza, sottolineano la complessità del protagonista, un uomo capace di essere fragile e combattente allo stesso tempo.

Il film, arricchito dalla partecipazione di Giorgio Montanini, Eleonora Giovanardi, Guia Jelo e Daniele Parisi, si presenta come un’esperienza cinematografica intensa e commovente, co-prodotta da Lungta Film e PiperFilm.

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