17 ottobre 2024 – 03:32
Il clima politico a Roma si fa sempre più denso di tensioni e manovre strategiche. Mentre Giorgia Meloni si prepara per un viaggio verso Bruxelles in vista del Consiglio europeo, Antonio Tajani si impegna nel vertice del Ppe e consegna un enigmatico messaggio ai colonnelli di Forza Italia: “La manovra non è ancora definitiva”. Dopo ventiquattro ore dal Consiglio dei ministri, nessuno sembra voler rovinare l’atmosfera festosa della maggioranza di governo. Le agenzie di stampa celebrano le misure adottate con entusiasmo, ma dietro le quinte emergono malumori tra i partner minori di Fratelli d’Italia, insoddisfatti dello schema deciso a Palazzo Chigi. In una notte intensa, Salvini si unisce a Meloni e Tajani per discutere al bar dell’hotel Amigo, dopo che la premier aveva cenato con esponenti di Forza Italia e il commissario europeo Raffaele Fitto.L’unico provvedimento che sembra suscitare consenso è il bonus bebè, considerato una priorità assoluta. Tuttavia, la Lega esprime disagio per la mancanza di progressi sulle pensioni anticipate e sulla flat tax per redditi superiori a 85mila euro. Il motto “tassare i banchieri” di Salvini rimane solo una frase senza seguito concreto. Tajani può vantare un risultato positivo nell’accordo sul contributo volontario delle banche, evitando una tassa diretta ma ottenendo anticipazioni sui versamenti futuri.Le promesse relative alle pensioni minime e al taglio del cuneo fiscale per il ceto medio rischiano di essere disattese se la manovra non subirà modifiche significative. Nel duello tra i due vicepremier sull’argomento bancario emerge una disputa sul reale contributo delle istituzioni finanziarie: Salvini parla di mancati investimenti da parte loro, mentre Tajani difende la natura volontaria della partecipazione delle banche.Mentre le schermaglie verbali continuano, l’attenzione si sposta alla Camera dove Meloni ha già stabilito regole chiare: nessun attacco frontale alla manovra, solo modifiche mirate senza aumentare i costi complessivi. La politica romana resta un teatro vivo e mutevole dove gli equilibri sono instabili e le alleanze possono cambiare in qualsiasi momento.