18 ottobre 2024 – 11:15
Lo sciopero dei mezzi a Milano è solo l’ennesima manifestazione di protesta contro una serie di questioni cruciali che riguardano i lavoratori e la società nel suo complesso. L’astensione dal lavoro decisa da Al Cobas non è soltanto un gesto di disobbedienza, ma un grido d’allarme contro le ingiustizie e le limitazioni che minacciano il diritto fondamentale dello sciopero. Le linee M2 e M4 chiuderanno presto, lasciando spazio alle M1, M3 ed M5 per garantire almeno una parziale mobilità nella città.Ma le richieste dei manifestanti vanno ben oltre la mera questione sindacale: si chiede l’abolizione degli accordi sulla rappresentanza nei luoghi di lavoro del 2014, salari dignitosi per tutti i lavoratori, riduzione dell’orario di lavoro e maggiore sicurezza sul posto di lavoro. La lotta contro la privatizzazione e le gare d’appalto nel settore dei trasporti locali è solo uno dei fronti aperti da questa protesta.La situazione si fa ancora più critica quando si affrontano tematiche come la sicurezza sul lavoro e la tutela della salute, aspetti fondamentali che troppo spesso vengono trascurati a discapito dei dipendenti. È necessario eliminare il rischio alla fonte, garantendo condizioni dignitose in ogni ambiente lavorativo, compreso quello del posto guida.Inoltre, lo sciopero si pone anche come una denuncia delle politiche belliche e militaristiche che caratterizzano molte realtà internazionali. La richiesta di bloccare le spese militari e convertire tali risorse in servizi di pubblica utilità rappresenta un forte appello alla pace e alla solidarietà tra i popoli.In conclusione, lo sciopero dei mezzi a Milano non è solo un problema logistico per i cittadini, ma un segnale chiaro della necessità di riforme profonde e urgenti in diversi settori della società. La mobilitazione continua ad essere uno strumento potente per rivendicare diritti fondamentali e costruire una comunità più equa e sostenibile per tutti.