sabato 18 Ottobre 2025
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DEF: Orsini lancia l’allarme, serve una visione più coraggiosa

L’assenza di una visione coraggiosa e proiettata nel futuro è stata il primo, e più evidente, limite riscontrato nella prima stesura del Documento di Economia e Finanze (DEF), come sottolineato dal Presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, durante l’assemblea annuale dell’Unione Industriali di Torino.

L’analisi, seppur succinta, ha sollevato un interrogativo cruciale: la manovra economica in preparazione è sufficientemente ambiziosa per rispondere alle sfide complesse che il sistema produttivo italiano si trova ad affrontare?L’apprezzamento espresso da Orsini per le dichiarazioni del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che hanno posto le imprese e l’industria al centro dell’attenzione nella legge di bilancio, suggerisce una speranza di cambiamento di rotta.

Questa convergenza di intenti apre la strada a una collaborazione proficua tra il mondo imprenditoriale e l’esecutivo, un’alleanza strategica necessaria per delineare un piano industriale nazionale robusto e duraturo.

La richiesta di misure pluriennali, che superino la logica del breve termine, riflette la necessità di una programmazione economica stabile e prevedibile.
Un orizzonte temporale di almeno tre anni consentirebbe alle imprese di pianificare investimenti a lungo termine, di affrontare i rischi con maggiore sicurezza e di costruire una solida base per la crescita futura.

La frammentazione delle politiche economiche, tipica delle manovre annuali, genera incertezza e disincentiva gli investimenti, penalizzando la competitività del Paese.
La pressione competitiva esercitata dagli Stati Uniti, che attivamente corteggiano le imprese italiane con incentivi fiscali e agevolazioni, e dall’espansione del mercato cinese, che ha registrato un incremento del 14% nelle esportazioni verso l’Europa nei primi sei mesi dell’anno, rappresenta una sfida strutturale.
L’Italia non può permettersi di rimanere a guardare mentre altre nazioni investono nella crescita e nell’innovazione.
Per contrastare questa concorrenza, è indispensabile un’azione coordinata che rafforzi la capacità produttiva italiana, stimoli la ricerca e lo sviluppo e promuova l’internazionalizzazione delle imprese.

La competitività non si esaurisce nella mera riduzione dei costi, ma implica un costante miglioramento dell’efficienza, un’adozione di tecnologie all’avanguardia e una forte attenzione alla sostenibilità.

Incentivare la crescita delle imprese non significa distribuire indiscriminatamente risorse finanziarie, ma fornire un supporto mirato per l’innovazione, la formazione del personale e l’accesso a nuovi mercati.

Significa, in sostanza, creare un ecosistema favorevole all’imprenditorialità, in cui i rischi siano condivisi e le opportunità siano equamente distribuite.
Solo così sarà possibile superare le difficoltà attuali e costruire un futuro prospero per l’Italia.

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