I migranti sono esseri umani con diritti e dignità inalienabili, non oggetti da spostare a piacimento. Questo è il monito del vicepresidente della Cei, monsignor Francesco Savino, che richiama alla responsabilità e alla sensibilità nei confronti di chi cerca una nuova vita lontano da casa. L’appello a evitare scontri di potere e a rispettare la democrazia come fondamento della convivenza civile è un richiamo alla coesione sociale e al rispetto reciproco.Riflettendo sulle leggi che regolano l’immigrazione, dalla Bossi-Fini al decreto Cutro, emerge un comune denominatore: la tendenza a considerare gli immigrati come potenziali criminali anziché individui in cerca di protezione e opportunità. Questo atteggiamento securitario basato su preconcetti anziché su dati oggettivi mina la costruzione di una società inclusiva e solidale.La decisione di esternalizzare il problema dei migranti in Albania solleva dubbi sulla reale efficacia di tale approccio. Il costo umano e finanziario di questa scelta appare elevato, mentre le condizioni dei migranti trasferiti rimangono precarie. È necessario riflettere sulle conseguenze delle politiche migratorie adottate e cercare soluzioni più umane ed equilibrate per affrontare una sfida globale che riguarda tutti noi.
“Diritti e dignità per i migranti: un appello alla responsabilità e alla coesione sociale”
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