domenica 19 Ottobre 2025
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Ancona, Piazza Roma: Presidio contro le nuove linee guida scolastiche

Nella mattinata odierna, Piazza Roma ad Ancona si è configurata come un focolaio di dissenso, teatro di un significativo presidio volto a contestare le recenti Indicazioni Nazionali per il sistema scolastico pubblico, emanate dal Ministero dell’Istruzione e del Merito.
L’azione, animata dallo slogan “La scuola democratica riprende la parola”, si colloca all’interno di un movimento nazionale più ampio, che vede una miriade di iniziative simili diffondersi in diverse città italiane.

L’evento è stato promosso da un ampio fronte di associazioni e realtà sociali, tra cui la Flc Cgil, il Coordinamento Genitori Democratici, il Movimento Cooperativo Educativo, Proteo Fare e Sapere, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI) e la Rete Studenti Medi.

L’adesione all’iniziativa anconetana ha visto la partecipazione attiva di Giuseppe Buondonno, responsabile del settore scuola di Sinistra Italiana (SI), che ha rappresentato un punto di riferimento per i manifestanti.

“Siamo qui, ad Ancona, ma presenti in oltre quaranta piazze in tutta Italia, per esprimere un rifiuto netto e inequivocabile alle Indicazioni Nazionali del Governo per la scuola primaria,” ha dichiarato Buondonno, sottolineando la gravità della situazione.

Le Indicazioni Nazionali, emanate con l’intento di uniformare i programmi e i metodi didattici su tutto il territorio nazionale, sono percepite da molti come un’imposizione ideologica e un’inaccettabile limitazione dell’autonomia scolastica.

L’accusa principale mossa dai manifestanti è quella di rappresentare un ritorno a modelli pedagogici autoritari, in contrasto con i principi fondamentali della Costituzione italiana, che garantiscono la libertà di insegnamento e il diritto all’autodeterminazione delle istituzioni scolastiche.

Il cuore della contestazione risiede nella preoccupazione che queste indicazioni, limitando la capacità dei docenti di adattare il curriculum alle esigenze specifiche degli studenti e del contesto locale, finiscano per soffocare la creatività, l’innovazione e il pensiero critico.

Si teme inoltre un’omologazione che penalizzi la diversità culturale e sociale, impoverendo l’esperienza educativa.

La mobilitazione ad Ancona, e in tutte le piazze italiane coinvolte, si configura quindi come un atto di difesa di un modello di scuola pubblica inclusiva, partecipata e attenta alle peculiarità di ogni comunità.

È un appello a riaffermare il ruolo centrale dell’autonomia professionale dei docenti, il coinvolgimento attivo delle famiglie e degli studenti nella vita scolastica, e la necessità di un dibattito aperto e costruttivo sulle sfide che il sistema educativo nazionale si trova ad affrontare.

La parola “democratica” nello slogan non è un mero richiamo retorico, ma un imperativo per una scuola che sia espressione dei valori di libertà, uguaglianza e partecipazione.

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