Il Centro Studi di Confindustria ha presentato il suo rapporto autunnale sulle previsioni economiche, indicando una crescita del PIL per il 2024 pari allo 0,8%, un decimo di punto percentuale in meno rispetto alle stime precedenti. Le proiezioni per il 2025 non sono più rosee, prevedendo una crescita appena superiore al +0,9%, due decimi di punto in meno rispetto alle aspettative. Si evidenzia un rallentamento della crescita in Italia, influenzato dalle revisioni dell’Istat sul PIL del 2023 che impattano sull’andamento statistico per il 2024. Per quanto riguarda la finanza pubblica, si prevede una riduzione del deficit al 3,9% del PIL nel 2024 e al 3,1% nel 2025; tuttavia, il debito pubblico rimane eccessivamente elevato, stimato in aumento al 136,9% nel 2024 e al 138,5% l’anno successivo. Il Centro Studi si sofferma anche sui “nodi della competitività”, avvertendo che diversi fattori potrebbero mettere a repentaglio la crescita del Paese nei prossimi anni.Gli economisti di via dell’Astronomia delineano uno scenario preoccupante concentrandosi sui principali ostacoli alla competitività. In particolare, si identificano cinque nodi cruciali: il declino demografico che accentuerà la carenza di manodopera e creerà uno squilibrio tra domanda e offerta di lavoro; i costi degli alloggi troppo elevati rispetto alla produttività e ai salari nelle diverse regioni che limitano la mobilità dei lavoratori; l’impatto dei prezzi dell’energia (gas ed elettricità) più alti in Italia; la crisi nel settore automobilistico; i costi legati alle emissioni di CO2 con l’introduzione di un sistema ETS sempre più stringente insieme all’operatività del CBAM.Queste sfide rappresentano vere minacce alla competitività economica del Paese e richiedono interventi mirati e strategie a lungo termine per affrontarle con successo.
Rallentamento economico in Italia: previsioni del Centro Studi di Confindustria
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