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La Fenice in Crisi: Silenzio, Protesta e un Futuro da Ridefinire

Un velo di silenzio ha avvolto oggi il Teatro La Fenice, un’assenza carica di significato mentre l’orchestra, cuore pulsante dell’istituzione, ha espresso la propria dissenso contro le modalità che hanno condotto alla nomina di Beatrice Venezi a direttrice musicale.
L’annullamento della prima di *Wozzeck*, evento inaugurale della stagione lirica, è la conseguenza tangibile di una frattura profonda, un primo atto di una crisi che interroga il futuro del teatro e il rapporto tra istituzione, artisti e pubblico.

Un corteo vibrante, composto da circa mille persone, si è radunato in Campo Sant’Angelo, a breve distanza dal teatro, trasformando lo spazio pubblico in un palcoscenico di protesta.
Non si è trattato di una semplice manifestazione, ma di un’azione performativa che ha mescolato musica, parole e simbolismo.

L’esecuzione solenne dell’Inno di Mameli, seguita da un momento di raccoglimento in memoria dei carabinieri caduti a Castel D’Azzano, ha creato un’atmosfera densa di emozione e impegno civile.

Gli interventi dei rappresentanti sindacali hanno espresso un sentimento di profondo disagio.

La protesta non è rivolta alla persona di Beatrice Venezi, bensì ai processi decisionali che l’hanno vista investita di tale incarico.
L’assenza di consultazione e di coinvolgimento del personale dell’ente, pilastro fondamentale del sistema operativo del teatro, è stata denunciata come una lesione del principio democratico e della professionalità.
La retorica politica, incentrata sull’apporto di nuovi abbonamenti e sull’incremento di risorse economiche come unica misura del valore dell’offerta culturale, è stata contestata con fermezza.

La musica, infatti, trascende la logica del mercato e non può essere ridotta a merce.

Rappresenta un patrimonio condiviso, un diritto inalienabile, e la sua fruizione non può essere subordinata a calcoli di convenienza.

L’intervento di Barbara di Valmarana, ex presidente dell’associazione Amici della Fenice, ha aggiunto un ulteriore elemento di critica, evidenziando l’assenza di figure istituzionali di spicco, come il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, nel panorama culturale veneziano.

La reazione del sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi, ha stigmatizzato l’azione di protesta, definendola sproporzionata e pericolosa, e ha rivendicato il ruolo del Ministero della Cultura, accusando i manifestanti di ingratitudine.

Tuttavia, la contestazione ha fatto emergere una questione fondamentale: l’importanza di un dialogo costruttivo e trasparente, che tenga conto delle voci e delle competenze di tutti gli attori coinvolti nella gestione di un’istituzione culturale di tale rilevanza.
Il futuro de La Fenice, e più in generale, quello del sistema lirico italiano, dipenderà dalla capacità di trovare un equilibrio tra visione politica, esigenze economiche e rispetto per l’arte e per chi la rende possibile.

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