domenica 19 Ottobre 2025
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Nodo di Rastignano: un’opera attesa per la mobilità bolognese

La recente apertura del secondo e ultimo lotto del Nodo di Rastignano rappresenta una pietra miliare per la mobilità nell’area orientale di Bologna, coronando un’attesa che si protrae da oltre tre decenni.
Questa infrastruttura strategica, inserita nel più ampio progetto di completamento della Variante della Statale 65 della Futa, non è semplicemente una strada, ma un intervento complesso e articolato volto a risolvere un nodo cruciale per la fluidità del traffico e a promuovere lo sviluppo sostenibile del territorio.

Il tracciato, che si estende per un chilometro e mezzo e collega la Fondovalle Savena (nel comune di Pianoro) con la rotatoria di collegamento in via Madre Teresa di Calcutta (San Lazzaro di Savena), mira a decongestionare Rastignano e la trafficata via Toscana, alleviando il carico sul centro urbano di Bologna e migliorando la qualità della vita dei residenti.

L’opera, la cui realizzazione ha richiesto un investimento complessivo di circa 37,7 milioni di euro – finanziati in parte dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione dell’Unione Europea (30,7 milioni), dall’avanzo di Bilancio della Città Metropolitana (4 milioni) e dal Fondo per la prosecuzione delle opere pubbliche (9,5 milioni, destinati a coprire l’incremento dei costi delle materie prime, un elemento che testimonia le sfide imposte dal contesto economico globale) – è stata realizzata dal Rti Strabag-Eco Demolizioni.
La sua peculiarità risiede nella combinazione di soluzioni ingegneristiche avanzate, che includono un imponente viadotto Rastignano, caratterizzato da cinque campate in acciaio corten che conferiscono all’opera un’estetica distintiva, e una galleria artificiale di circa cento metri, indispensabile per il superamento della linea ferroviaria Bologna-Firenze.

Due rotatorie completano la configurazione, ottimizzando gli accessi e i deflussi.
L’intervento non si limita alla sola realizzazione infrastrutturale, ma abbraccia anche la salvaguardia ambientale: sono state infatti implementate sistemazioni idrauliche dell’alveo del fiume Savena e un sistema di mitigazione acustica che si estende per oltre 2,2 chilometri, utilizzando pannelli in acciaio corten, in linea con l’estetica del viadotto.
È stata inoltre prevista la creazione di una duna artificiale, un elemento cruciale per la riqualificazione ecologica dell’area.
La cerimonia di inaugurazione, alla presenza delle massime autorità locali – i sindaci di Pianoro e San Lazzaro, l’assessora regionale alla Mobilità e il sindaco metropolitano – ha segnato il compimento di un percorso complesso, costellato di sfide e ritardi, ma finalmente giunto a compimento.

Nei prossimi mesi, saranno completati gli interventi accessori su via del Paleotto e via Buozzi, unitamente alla realizzazione del parcheggio del parco del Paleotto e alle opere idrauliche sul Savena.

Particolare attenzione sarà dedicata alla compensazione ambientale attraverso la riqualificazione del verde, con un finanziamento dedicato di 300.000 euro, i cui interventi saranno programmati in base alla stagionalità più favorevole per le piantumazioni, garantendo la massima efficacia degli interventi di ripristino ambientale.

Il Nodo di Rastignano, dunque, si configura come un investimento strategico per il futuro della mobilità e dello sviluppo sostenibile dell’area bolognese.

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