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venerdì 24 Ottobre 2025

Disuguaglianze UE: il Sud Italia al centro di un’analisi Eurostat.

Il quadro socio-economico dell’Unione Europea rivela disparità territoriali persistenti e preoccupanti, come evidenziato dai recenti dati Eurostat relativi al 2024.
Sebbene si tratti di un’analisi complessa che richiede un’interpretazione cauta, emerge con chiarezza una fotografia di vulnerabilità concentrata in specifiche aree geografiche, con un focus particolare sul Sud Italia.
La Guyana francese, territorio d’oltremare con peculiarità demografiche e strutturali complesse, si posiziona in cima alla classifica con un tasso di rischio di povertà o esclusione sociale pari al 59,5%.

Tuttavia, la rilevanza del dato è mitigata dalla sua natura di territorio ultraperiferico, con dinamiche economiche e sociali distinte dal resto dell’UE.

A seguire, il Sud Italia si presenta come un’area di criticità strutturale.
La Calabria registra un tasso di vulnerabilità del 48,8%, mentre la Campania si attesta al 43,5%.
Questi valori superano ampiamente la media europea del 21%, sottolineando una frattura profonda tra il Mezzogiorno e il resto del continente.

Anche la Sicilia (40,9%) e la Puglia (37,7%) si collocano ben al di sopra della soglia di allarme, confermando una tendenza diffusa di fragilità socio-economica.

L’analisi di tali dati non può prescindere da una considerazione delle cause profonde che alimentano questa situazione.

Fattori storici, come la marginalizzazione economica e la carenza di investimenti infrastrutturali, si intrecciano con problematiche contemporanee quali la disoccupazione giovanile, la criminalità organizzata e la carenza di servizi pubblici efficienti.

La debolezza del tessuto produttivo locale, la dipendenza da settori a basso valore aggiunto e la difficoltà di accesso al credito contribuiscono ad aggravare il quadro generale.
Inoltre, la mobilità sociale limitata e la carenza di opportunità formative rappresentano un ostacolo significativo per le generazioni future, perpetuando un circolo vizioso di povertà ed esclusione.

La fuga di talenti, spesso diretta verso altre regioni d’Europa o verso l’estero, impoverisce ulteriormente il capitale umano del Mezzogiorno, compromettendo la possibilità di una ripresa economica sostenibile.

La comprensione di queste dinamiche complesse è essenziale per lo sviluppo di politiche mirate ed efficaci, capaci di affrontare le cause strutturali della vulnerabilità socio-economica e di promuovere un futuro più equo e prospero per tutti i cittadini europei.
Un approccio integrato, che coinvolga l’azione delle istituzioni europee, del governo italiano e degli enti locali, è cruciale per invertire questa tendenza e per garantire che il Sud Italia possa finalmente realizzare il suo pieno potenziale.

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