L’avvocato Armida Decima ha reso noto durante una conferenza stampa alla Camera che dall’autopsia sul corpo di Stefano Dal Corso sono emersi “elementi compatibili sia con un impiccamento atipico che con lo strangolamento”. La scoperta è stata possibile grazie all’analisi dei polmoni, sebbene la loro putrefazione a distanza di tempo abbia reso difficile rilevare i segni distintivi un anno e tre mesi dopo il decesso. I consulenti del pubblico ministero hanno suggerito che la situazione potrebbe essere riconducibile a un impiccamento, ma non possono escludere l’ipotesi dello strangolamento.Di fronte a queste nuove informazioni, l’avvocato Decima ha annunciato che la famiglia presenterà opposizione all’istanza di archiviazione del caso. L’enigma attorno alla morte di Dal Corso si infittisce sempre di più, alimentando sospetti e interrogativi sulla dinamica dell’accaduto. La ricerca della verità diventa quindi imperativa per far luce su questo tragico evento e garantire giustizia per la vittima e i suoi cari.La complessità del caso richiede un’approfondita indagine da parte delle autorità competenti al fine di stabilire con certezza le circostanze della morte di Stefano Dal Corso. La sfida sarà quella di analizzare attentamente ogni dettaglio e elemento emerso dall’autopsia per tracciare una ricostruzione accurata degli eventi che hanno portato alla tragedia nella cella del carcere di Oristano.Il dibattito sull’impiccamento atipico o lo strangolamento rimane aperto, lasciando spazio a ipotesi e congetture che dovranno essere chiarite attraverso ulteriori approfondimenti scientifici e investigativi. In questo contesto delicato, è fondamentale assicurare trasparenza e imparzialità nell’analisi delle prove per garantire una risoluzione equa e completa della vicenda.
L’enigma della morte di Stefano Dal Corso: impiccamento atipico o strangolamento?
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