24 ottobre 2024 – 12:20
Roberto Di Benedetto, un valoroso operatore socio sanitario di 51 anni, ha dovuto affrontare una terribile aggressione mentre svolgeva il suo dovere presso il pronto soccorso di Ivrea. Il violento episodio lo ha costretto a subire una frattura al quinto metacarpo della mano destra, costringendolo a rimanere lontano dal lavoro per ben 115 giorni, un periodo che si è rivelato un vero e proprio calvario sia dal punto di vista fisico che psicologico.Durante la sua assenza forzata, Roberto ha dovuto affrontare non solo il dolore fisico legato all’intervento chirurgico e alla successiva riabilitazione, ma anche la frustrazione di non poter svolgere il suo prezioso lavoro nel pronto soccorso. La dipendenza da parte della moglie per le attività quotidiane come lavarsi e farsi la barba ha reso ancora più evidente quanto fosse limitata la sua autonomia in quel difficile periodo.Nonostante le difficoltà incontrate, Roberto ha potuto contare sul supporto e sulla solidarietà dei suoi colleghi di lavoro, che non hanno mai smesso di dimostrargli vicinanza e sostegno in un momento così complicato. Tuttavia, l’esperienza vissuta ha lasciato profonde cicatrici emotive e ha generato una sensazione di insicurezza nei confronti del proprio ambiente lavorativo.Deciso a ottenere giustizia per quanto subito, Roberto ha deciso di intraprendere azioni legali contro l’azienda sanitaria responsabile dell’area in cui è avvenuto l’aggressione. Con il supporto dell’avvocato Fabrizio Francese, è stata presentata una richiesta risarcitoria sia all’Azienda Sanitaria Locale To4 che al Ministero dell’Interno, al fine di valutare con precisione il danno subito dall’operatore socio sanitario.Questa dolorosa esperienza ha messo in luce i rischi e le sfide che gli operatori sanitari devono affrontare quotidianamente nel loro nobile lavoro di assistenza ai pazienti. È fondamentale garantire loro un ambiente sicuro e protetto in cui possano svolgere le proprie mansioni senza timore per la propria incolumità.
