25 ottobre 2024 – 17:45
Dal 10 ottobre scorso, la centrale termica della nostra scuola è stata finalmente messa in funzione: i vecchi termosifoni di ghisa, due per ogni aula risalente al lontano 1841, emanano un calore avvolgente. Nonostante la temperatura esterna si attesti sui 18 gradi anche in questa mattina, ci ritroviamo costretti ad avere le finestre spalancate per tutto il giorno. I nostri studenti si presentano a scuola con mal di testa, indossando magliette a maniche corte, e le lezioni pomeridiane vengono spostate all’esterno per coloro che possono permetterselo, poiché il caldo interno risulta insopportabile. Ci chiediamo con perplessità come mai questa situazione non venga presa seriamente in considerazione: sono passati ben 38 anni eppure nulla sembra essere cambiato da quando frequentavo le elementari presso l’Istituto Gaspare Gozzi.Inoltre, non possiamo ignorare il fatto che le condizioni climatiche si siano drasticamente mutate negli ultimi trent’anni. Parliamo di sostenibilità ambientale, riduzione dei consumi energetici, promuoviamo l’educazione civica e cittadinanza consapevole attraverso vari progetti didattici; tuttavia, ci troviamo impotenti nel regolare la temperatura all’interno di un edificio pubblico. È davvero possibile che non esista un sistema di controllo adeguato?Sorge spontanea la domanda su come sia possibile perseguire obiettivi educativi legati alla salvaguardia dell’ambiente senza riuscire a gestire in maniera efficiente il riscaldamento degli ambienti scolastici. Auspicare un ambiente più confortevole e salubre per docenti e studenti dovrebbe essere una priorità assoluta. È necessario agire con urgenza per trovare soluzioni innovative e sostenibili che consentano una regolazione ottimale della temperatura interna senza rinunciare ai principi di efficienza energetica e rispetto dell’ambiente circostante. La sfida è aperta: dobbiamo dimostrare concretamente il nostro impegno verso una gestione responsabile delle risorse e un futuro più sostenibile per tutti.
