Il Centro di Permanenza per i Richiedenti Asilo di Torino: analisi costi e gestione critica

Date:

25 ottobre 2024 – 15:21

Il Centro di Permanenza per i Richiedenti Asilo (Cpr) di Torino si è distinto come il più costoso d’Italia, con una spesa che ha superato i 3 milioni e 400mila euro nel corso del 2023. Questo dato emerge da un dettagliato report redatto da Action Aid e dal Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Bari, che ha analizzato in profondità la situazione dei detenuti stranieri all’interno di questa struttura. Nonostante la chiusura avvenuta a marzo del 2023 a seguito di tumultuose rivolte, i costi sostenuti sono stati principalmente destinati all’affitto della struttura presso Ferrovie dello Stato, alle manutenzioni straordinarie e al pagamento dei debiti con l’ente gestore.Il costo medio per un singolo posto nel 2022 è stato di poco più di 16mila euro, mentre nel periodo compreso tra il 2018 e il 2023 il Cpr torinese ha registrato una spesa pro-capite medio leggermente superiore alla media nazionale. Tuttavia, negli ultimi due anni, i costi per la manutenzione straordinaria hanno rappresentato quasi il 42% del totale delle spese, indicando una gestione problematica della struttura. Nonostante la capacità elevata rispetto ad altri Cpr italiani, le continue riparazioni straordinarie e i danneggiamenti subiti hanno reso l’ambiente invivibile per i detenuti.Il Centro subalpino è stato descritto come un tipico “Cpr metropolitano”, simile a un’estensione del carcere tradizionale. Gli ingressi numerosi e le permanenze prolungate evidenziano una bassa incidenza di rimpatri, con una percentuale annua media più alta rispetto alla media nazionale. La percentuale di richiedenti asilo è stata inferiore alla media nazionale ma con picchi significativi nel corso del tempo considerato. I rimpatri eseguiti dal Cpr torinese sono stati inferiori alla media nazionale, mentre le uscite dovute al termine della detenzione sono state più elevate.Secondo Giuseppe Campesi dell’Università di Bari, il prolungamento ingiustificato dei periodi di trattenimento aumenta ulteriormente l’afflizione dei detenuti data la scarsa probabilità effettiva di rimpatrio. Nel luglio del 2024 è stata indetta una nuova gara per la gestione della struttura che conta ora solamente 70 posti disponibili.

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