Ancona, città di confine e di incontro, aspira a incarnare il futuro dell’Italia come Capitale Italiana della Cultura 2028.
Il suo dossier di candidatura non si limita a esaltare la sua posizione strategica – un nodo cruciale tra l’Europa centrale, i Balcani e il Mediterraneo, plasmata da secoli di scambi commerciali e migratori – ma propone una visione ambiziosa di rigenerazione profonda, sostenuta dalla forza intrinseca della cultura.
Ancona non è semplicemente un porto, bensì un crocevia di civiltà, un luogo dove la storia si intreccia con l’innovazione.
Questa identità composita, forgiata dall’incontro di influenze diverse, si traduce in un’offerta culturale ricca e variegata, capace di dialogare con un pubblico ampio e diversificato.
Il progetto di candidatura si radica in un processo partecipativo, un vero e proprio atto di co-creazione che coinvolge istituzioni accademiche come la Politecnica delle Marche, enti regionali, associazioni di categoria, realtà economiche e sociali, fino alle comunità religiose, sotto la direzione artistica di Anghela Alò e con il contributo attivo dei cittadini.
L’impegno corale ha dato vita a un portfolio di oltre ottanta progetti originali, concepiti specificamente per il contesto anconetano, e realizzati da figure di spicco del panorama culturale nazionale e internazionale.
Questi interventi non si limitano a valorizzare il patrimonio storico-artistico, ma mirano a creare connessioni significative tra la città e il suo territorio, promuovendo un senso di appartenenza e identità condivisa.
Un elemento distintivo è l’integrazione tra ambiente urbano e natura: il Parco Urbano del Cardeto, a picco sul mare, e il Parco Regionale del Conero, in cammino verso il riconoscimento di Parco Nazionale, testimoniano l’impegno di Ancona verso la sostenibilità ambientale e la creazione di spazi di aggregazione sociale.
In un’epoca segnata da sfide globali e transizioni complesse, Ancona intende affermarsi come un esempio virtuoso di resilienza e innovazione, elevando la cultura a motore trainante del proprio sviluppo.
Si tratta di un approccio pragmatico e inclusivo, che mira a costruire ponti tra culture e generazioni, a rafforzare il legame con il bacino adriatico e le reti europee, a riscoprire le proprie radici e a proiettare la città verso un futuro sostenibile.
La candidatura non è solo un’opportunità di visibilità, ma un impegno programmatico a ripensare il ruolo della cultura nella costruzione di una società più coesa, equa e prospera.
L’assessora Marta Paraventi sottolinea come il progetto si fondi su una visione strategica dello sviluppo urbano e sociale, in cui la cultura assume il ruolo di catalizzatore di cambiamento.
L’obiettivo è ricostruire un patto simbolico tra Ancona e il suo mare, ridisegnando il futuro della città attraverso la riscoperta di un’identità unica e straordinariamente ricca, testimoniata da un patrimonio artistico e culturale millenario.
La cerimonia ufficiale di presentazione, in programma il 28 ottobre al Ridotto del Teatro delle Muse, segnerà l’inizio di un percorso collettivo verso il 2028 e oltre, un orizzonte di opportunità per Ancona e per l’intera Italia.