Il grido di protesta echeggia nell’auditorium di Genova, un’accusa diretta a Giorgia Meloni per la riforma che ha scosso il settore balneare. La leader politica, circondata da imprenditori e lavoratori del comparto provenienti da ogni angolo d’Italia, si interrompe promettendo ulteriori discussioni. Dopo il comizio a sostegno di Marco Bucci, si scontra con una delegazione del settore in subbuglio da tempo, desiderosa di trovare soluzioni concrete. Le sigle della protesta espongono le loro richieste e la tensione sale tra gli organizzatori dell’evento. Una mediazione è avviata per evitare che la contestazione comprometta l’atmosfera del comizio. Meloni accetta un incontro più strutturato a Palazzo Chigi per delineare una strategia futura insieme al settore balneare. Si discute di provvedimenti per garantire equità nelle gare già avviate prima della riforma. Le commissioni parlamentari valuteranno gli emendamenti alla legge lunedì prossimo, con particolare attenzione alle esigenze dei circoli sportivi e delle attività no profit. Sembra difficile estendere gli indennizzi previsti solo per investimenti recenti, suscitando critiche e richieste di riconoscimento del valore delle aziende coinvolte. I margini per modifiche sono stretti secondo la Commissione europea, mentre nel mondo balneare cresce l’esasperazione per le mancate promesse elettorali non mantenute dal governo. Licordari osserva con preoccupazione la situazione, ma resta fiducioso nelle capacità di Meloni: “Le abbiamo dato fiducia alle urne e ora aspettiamo risultati tangibili”.
Proteste a Genova contro la riforma balneare: Meloni si confronta con il settore.
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