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venerdì 24 Ottobre 2025

Processo al dolore: rinviata l’udienza per la coppia accusata.

L’aula della Corte d’Assise di Vicenza ha visto l’apertura, per poi sospendere, un processo di straordinaria delicatezza e complessità etica, che vede al banco degli imputati Luigi Gianello e Martina Binotto, una coppia di genitori sotto accusa per la tragica scomparsa del loro figlio adolescente.
L’accusa, avanzata dalla Procura della Repubblica berica, configura il reato di omicidio con dolo eventuale, una qualificazione giuridica che implica una presunta valutazione, seppur non diretta, delle conseguenze derivanti dalla mancata tempestività nell’accesso alle cure mediche necessarie per una patologia oncologica.

Il rinvio dell’udienza, fissata inizialmente per questa giornata, è stato determinato dall’accoglimento da parte del Collegio giudicante di un’eccezione sollevata dalla difesa della madre, incentrata su irregolarità procedurali riscontrate nella notifica di atti durante la fase preliminare.
Questa decisione, pur posticipando il prosseguimento del dibattimento, sottolinea l’importanza fondamentale del rispetto rigoroso delle garanzie processuali, pilastri imprescindibili per assicurare un giusto processo.

In virtù di tale circostanza, si renderà necessaria una nuova udienza preliminare, interamente dedicata all’esame della posizione di Martina Binotto, davanti al Giudice per le Indagini Preliminari (GUP).

Solo successivamente, la sua posizione sarà unificata a quella del marito, Luigi Gianello, in una fase processuale che si preannuncia particolarmente articolata.

L’assenza dei due imputati durante l’apertura del processo testimonia, indirettamente, il peso emotivo e psicologico che grava sulla coppia, confrontata con un lutto incommensurabile e con l’onere di rispondere in sede giudiziaria di accuse gravissime.
Il caso solleva, al di là della specifica vicenda giudiziaria, interrogativi profondi e dolorosi riguardanti il diritto alla salute, l’autonomia decisionale dei genitori, il ruolo della medicina e il delicato equilibrio tra libertà individuale e responsabilità collettiva.
La vicenda impone una riflessione sulla difficoltà di conciliare le scelte individuali, dettate da convinzioni personali o spirituali, con l’imperativo di garantire la tutela della vita e del benessere dei minori, soprattutto in contesti di malattia grave e complessa.

L’esito del processo sarà fondamentale non solo per accertare la verità dei fatti e applicare la giusta pena, ove dovuta, ma anche per contribuire a definire meglio i confini dell’agire umano in situazioni di estrema vulnerabilità e sofferenza.

La complessità etica del caso richiede, pertanto, un approccio giudiziario attento, ponderato e capace di tenere conto di tutte le implicazioni morali e sociali coinvolte.

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