Il crollo del Ponte Morandi, una ferita aperta nel tessuto sociale italiano, si configura come la tragica conseguenza di un sistema di valori aziendali profondamente distorto.
La denuncia, avanzata dall’avvocato Raffaele Caruso nel corso dell’arringa difensiva per il Comitato Ricordo Vittime, non si limita a indicare responsabilità individuali, ma interroga l’intera filosofia gestionale che ha preceduto e reso possibile la catastrofe del 14 agosto 2018, evento che ha strappato alla vita 43 persone.
L’accusa centrale è quella di una finanza divenuta tirannica, un impero incontrastato che ha soffocato la vera cultura aziendale, quella che pone al centro la sicurezza, la manutenzione preventiva e la responsabilità sociale.
La priorità al profitto, inteso come fine ultimo, ha corroso i principi fondamentali dell’etica professionale, generando un clima di negligenza e superficialità che ha minato la stabilità stessa dell’infrastruttura.
L’immagine dei familiari delle vittime, presenti in aula con gli occhi appesantiti dal dolore, evoca un sentimento di profonda commozione e, allo stesso tempo, un senso di indignazione.
La citazione della poesia “Pianto Antico” di Giosuè Carducci, concessa per rappresentare la portata incommensurabile della loro perdita, amplifica il peso emotivo dell’evento e sottolinea l’importanza di perseguire la verità.
L’avvocato Caruso ha delineato un quadro impietoso, descrivendo il crollo come il risultato di un tradimento: il tradimento del lavoro ben fatto, il tradimento della cura dovuta, il tradimento della sicurezza e della dignità umana.
Ha poi sottolineato un principio cardine: la responsabilità è il riflesso stesso della libertà, e solo l’assunzione di responsabilità, con coraggio e trasparenza, può onorare tale libertà e prevenire la ripetizione di simili tragedie.
Il Comitato Ricordo Vittime, lungi da una ricerca della verità guidata dalla rabbia, persegue un obiettivo più alto: la costruzione di un futuro in cui la sicurezza e la responsabilità sociale prevalgano sulla logica del profitto a tutti i costi.
L’auspicio è che l’ammissione delle responsabilità, con un processo di profonda riflessione critica, possa trasformare un evento tragico in un’occasione di crescita e cambiamento, promuovendo una cultura aziendale più etica e orientata al benessere collettivo.
La richiesta di giustizia, espressa da Egle Possetti, si traduce in un monito: nessuno è esente da responsabilità, e la ricerca della verità è un imperativo morale per onorare la memoria delle vittime e garantire un futuro più sicuro per tutti.