Un’operazione di vasta portata, orchestrata dalla Direzione Investigativa Antimafia (DIA) e dalla Procura di Salerno, ha smantellato una ramificazione criminale operante nell’area dell’Avellinese, intrecciata con la camorra e caratterizzata da un modus operandi tipicamente mafioso.
L’indagine, denominata [Inserire Nome Inchiesta se disponibile], ha portato all’emissione di numerosi provvedimenti cautelari, notificati simultaneamente in quattro province: Salerno, Napoli, Avellino e Potenza, con l’impiego coordinato di ben 120 uomini e donne delle forze dell’ordine – Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza – a testimonianza della complessità e della portata dell’organizzazione criminale disarticolata.
L’attività illecita si è concretizzata in un sistema di prestiti a tassi usurari, deliberatamente imposti a due imprenditori locali già in stato di profonda crisi finanziaria.
Questa iniziativa, apparentemente una forma di assistenza, si è rivelata una trappola abilmente costruita per innescare un ciclo di indebitamento inestricabile.
L’impossibilità di rimborso, una condizione quasi preordinata, ha aperto la strada all’estorsione aggravata, elemento cardine del modello criminale utilizzato.
L’estorsione non si limitava alla richiesta di denaro, ma si manifestava attraverso pressioni psicologiche, intimidazioni e minacce dirette, volte a sottomettere completamente le vittime e a privarle della loro autonomia decisionale.
L’indagine, frutto di un’attenta attività di analisi e monitoraggio, ha permesso di ricostruire una rete di relazioni complesse e di identificare i soggetti responsabili, collegati a tre distinti clan camorristici.
La collaborazione tra questi gruppi, attraverso una condivisione di risorse e competenze, ha amplificato la capacità operativa dell’organizzazione e ha reso più difficile la sua individuazione.
Le autorità giudiziarie hanno attivato la collaborazione delle procure di Avellino, Nocera Inferiore, Torre Annunziata e Potenza per garantire la regolarità delle udienze di convalida dei provvedimenti cautelari, assicurando che i diritti degli indagati siano pienamente tutelati nel rispetto delle normative vigenti.
Secondo quanto dichiarato dal procuratore vicario di Salerno, Rocco Alfano, l’urgenza dei provvedimenti cautelari è stata dettata dalla crescente intensità delle pressioni esercitate dagli indagati nei confronti delle vittime.
Le minacce, sempre più esplicite e gravi, avevano creato un clima di terrore che rischiava di compromettere ulteriormente la loro situazione.
L’intervento della giustizia si è reso quindi necessario per interrompere questa spirale di violenza e per proteggere le vittime da ulteriori ritorsioni.
L’operazione testimonia l’impegno costante delle istituzioni nel contrasto alla criminalità organizzata e nella tutela delle fasce più deboli della società.
Il futuro prossimo vedrà l’approfondimento delle indagini per ricostruire completamente le dinamiche interne all’organizzazione e per identificare eventuali complici e sostenitori.







