Un Esercizio di Custodia: L’Innovazione Tecnologica al Servizio della Basilica del SantoUn ambizioso progetto di riqualificazione e potenziamento del sistema di protezione antincendio della Basilica del Santo a Padova si appresta a compiersi, segnando un capitolo cruciale nella storia di questo luogo di fede e cultura.
Con un investimento complessivo di circa 1,5 milioni di euro, l’intervento, promosso dalla Delegazione Pontificia, dalla Veneranda Arca di S.
Antonio, dai Frati della Basilica e sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, si concentra su aree particolarmente delicate del complesso: le imponenti cupole, il sottotetto, l’Archivio storico della Veneranda Arca, custode di secoli di memoria, e la Biblioteca Pontificia Antoniana, scrigno di conoscenze millenarie.
L’impegno a preservare questo patrimonio inestimabile si traduce nell’adozione di un sistema di protezione antincendio all’avanguardia: il Water Mist.
Questa tecnologia, già implementata con successo in siti di rilevante importanza storica come la Basilica di San Marco a Venezia e Villa Pisani, offre un’efficacia superiore in termini di estinzione, minimizzando al contempo l’impatto sulle preziose strutture storiche.
La sua capacità di generare una fitta nebbia di micro-particelle d’acqua consente di sopprimere le fiamme in modo rapido ed efficiente, riducendo al minimo i danni strutturali e la dispersione di fumo, elementi cruciali per la salvaguardia di opere d’arte e documenti storici.
I lavori, previsti per iniziare entro la fine del 2025 e concludersi in primavera 2026, in tempo per celebrare il Giugno Antoniano, saranno eseguiti con tecniche di edilizia acrobatica, una scelta strategica per evitare l’utilizzo di ponteggi invasivi e garantire la piena fruibilità della Basilica ai fedeli e ai visitatori.
Questo approccio delicato riflette la volontà di conciliare la necessità di modernizzazione con il rispetto assoluto dell’integrità architettonica e artistica del complesso.
Il progetto non è solo un intervento tecnico, ma un atto di profonda responsabilità nei confronti del passato e del futuro.
Monsignor Diego Giovanni Ravelli, Delegato Pontificio per la Basilica, sottolinea l’importanza di garantire l’incolumità di un luogo così significativo per la fede e per la comunità internazionale, un santuario che accoglie pellegrini da ogni angolo del mondo.
Si tratta di un’eredità da custodire e trasmettere alle generazioni future, un impegno che va ben oltre la semplice manutenzione.
Padre Antonio Ramina, rettore della Pontificia Basilica, esprime il desiderio che Sant’Antonio continui a proteggere la sua casa, ma riconosce l’importanza di adottare misure proattive e innovative per assicurare la sua salvaguardia.
L’adozione di tecnologie avanzate testimonia una visione lungimirante e una dedizione alla tutela di questo luogo di culto.
L’ingegner Fabio Dattilo, presidente della Veneranda Arca, evidenzia come questo progetto si inserisca in un percorso continuo di efficientamento e miglioramento tecnologico, un processo ininterrotto che ha sempre contraddistinto la cura della Basilica.
Gilberto Muraro, presidente della Fondazione Cariparo, sottolinea l’importanza di competenze specialistiche e soluzioni tecnologiche all’altezza delle sfide poste dalla complessità del patrimonio storico-artistico.
L’intervento si configura quindi come un investimento nel futuro, un impegno a preservare un tesoro inestimabile per le generazioni a venire.
La storia stessa della Basilica, documentata nei secoli attraverso gli archivi della Veneranda Arca, testimonia la ricorrenza di interventi di restauro, spesso conseguenza di eventi traumatici come l’incendio del 1749.
Questo progetto si inserisce in questa lunga tradizione di cura e protezione, un impegno continuo a preservare l’integrità di un luogo simbolo della fede cristiana e del patrimonio culturale italiano.






