31 ottobre 2024 – 18:45
Durante un periodo di sette mesi consecutivi, dal mese di febbraio ad agosto del 2023, un prete della comunità centrale è stato vittima di un ricatto orchestrato da due giovani dipendenti dalla droga. Questi ragazzi sono riusciti a estorcergli oltre tremila euro e a rubargli diversi telefoni cellulari. Durante il processo preliminare, uno dei due imputati ha ammesso le proprie azioni, sostenendo anche la presenza di episodi inventati che il prete ha definito come calunnie infondate. Nonostante ciò, il sacerdote ha deciso di non costituirsi parte civile nel procedimento giudiziario.L’indagine condotta dal pubblico ministero Paolo Cappelli ha evidenziato che uno dei ragazzi coinvolti è attualmente irreperibile, mentre il secondo, difeso dall’avvocato Gianluca Visca e ventottenne all’epoca dei fatti, ha optato per un giudizio abbreviato. L’accusato dovrà rispondere a quindici episodi di estorsione consumata o tentata nei confronti del prete, minacciandolo ripetutamente e ottenendo denaro da lui in diverse occasioni con l’intento di rivelare presunti incontri sessuali con minori.In una circostanza particolare, uno dei giovani avrebbe chiamato davanti al sacerdote in chiesa minacciando di denunciarlo come pedofilo se non gli avesse consegnato del denaro. Il prete si sarebbe trovato costretto a dare loro 150 euro per evitare lo scandalo. Inoltre, i ricattatori hanno rubato vari oggetti appartenenti alla chiesa tra cui cellulari e chiavi dell’armadio della sacrestia, portando via anche una somma considerevole in contanti.Le perdite subite nella chiesa ammontano a più di tremila euro a causa delle azioni criminali dei due individui coinvolti. Tuttavia, secondo quanto dichiarato dall’imputato presente al processo e arrestato nell’agosto dello stesso anno, il prete avrebbe già consegnato denaro ai ricattatori prima del periodo indicato.
