30 ottobre 2024 – 17:32
Il decreto sui Paesi sicuri, recentemente approvato e in fase di esame al Senato, sarà integrato in un emendamento al decreto Flussi che verrà discusso in Aula alla Camera il prossimo 21 novembre. Questa decisione è stata presa durante la conferenza dei capigruppo della Camera, scatenando le proteste dell’opposizione: cercano di nasconderlo e umiliano il Parlamento. Fonti del partito democratico hanno comunicato che l’obiettivo è evitare qualsiasi discussione, saltare le audizioni e far passare senza intoppi alla Camera un testo che è già nel mirino dell’Unione Europea e contestato dai giudici di Bologna. Questo è il motivo per cui viene presentato come emendamento a un decreto legge più avanzato rispetto a quello oggetto di discordia. La maggioranza difende questa scelta sostenendo che si tratta di provvedimenti simili e quindi è giusto esaminarli insieme.Nel frattempo, il Tribunale di Bologna ha rinviato il decreto sui Paesi sicuri alla Corte di Giustizia europea. L’opposizione non accetta questa mossa nemmeno al Senato: o il decreto viene ritirato immediatamente dal governo o non avrà più validità. Le regole devono essere stabilite dal Parlamento e non dal governo, altrimenti si rischia di calpestare i principi dello stato di diritto.Le opposizioni denunciano un tentativo della maggioranza di nascondere le proprie responsabilità dopo aver causato danni con questo provvedimento. Le forzature continuano su una questione che ha comportato uno spreco di denaro pubblico, senza possibilità di esame o audizioni adeguate. È una presa in giro nei confronti del Parlamento e delle regole parlamentari.Anche Peppe De Cristofaro dell’Alleanza Verdi Sinistra si schiera contro questa manovra definendola gravissima e manifestazione evidente dell’imbarazzo della maggioranza.
