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venerdì 24 Ottobre 2025

Tribunale di Padova: Rilevazioni automatiche, la svolta sull’omologazione

La recente pronuncia del Tribunale di Padova, depositata il 16 ottobre 2025, segna un punto di svolta nell’interpretazione della legittimità delle rilevazioni automatiche della velocità, ponendo fine a una controversia che aveva visto inizialmente il Giudice di Pace schierarsi a favore del Comune.
La sentenza, che annulla il verbale contestato e condanna l’ente pubblico al risarcimento delle spese legali, con una cifra che supera il mille euro, è il frutto di un ricorso presentato da un cittadino, brillantemente difeso dall’avvocato Federico Bardelle, e si allinea inequivocabilmente all’orientamento consolidato dalla Corte di Cassazione.

Il fulcro della decisione risiede nella distinzione netta e imprescindibile tra “approvazione” e “omologazione” dei dispositivi di rilevamento.

L’approvazione, un atto amministrativo che attesta la conformità del dispositivo a determinati requisiti tecnici, non può, in alcun modo, essere equiparata all’omologazione, che rappresenta un atto di certificazione a più ampio respiro, rilasciato da un organismo competente, attestante la piena conformità del dispositivo ai requisiti di legge e la sua idoneità a svolgere la funzione di rilevamento in modo affidabile e sicuro.
L’utilizzo, da parte del Comune di Padova, di apparecchiature di rilevazione della velocità prive di omologazione, in violazione dell’articolo 142 del Codice della Strada, rende pertanto la sanzione applicata priva di validità giuridica, configurando una situazione di nullità assoluta.

Altvelox, società attiva nella fornitura di sistemi di controllo della velocità, aveva preannunciato questa decisione, sollevando precedentemente dubbi in merito all’operato del Giudice di Pace Antonio Bordin, responsabile di una sentenza analoga in un’altra causa che coinvolgeva la Federazione dei Comuni del Camposampierese.
L’analisi comparativa dei due provvedimenti giudiziari ha evidenziato una preoccupante somiglianza, con la riproposizione letterale di interi paragrafi.
Questo fenomeno solleva interrogativi significativi riguardo all’indipendenza, all’originalità e alla motivazione personale che devono contraddistinguere l’esercizio della funzione giudiziaria.
La reiterata riproduzione di contenuti senza un’adeguata elaborazione critica e indipendente rischia di compromettere la percezione di imparzialità e di mettere in discussione la credibilità del sistema giudiziario.
La sentenza del Tribunale di Padova, dunque, non solo chiarisce un aspetto tecnico-giuridico, ma pone anche l’attenzione su temi cruciali relativi al corretto svolgimento della giustizia e al rispetto dei principi fondamentali che la informano.

Il caso dimostra l’importanza cruciale dell’omologazione per la validità delle sanzioni e apre un dibattito più ampio sulla necessità di garantire la conformità dei dispositivi di rilevamento e la trasparenza dei processi decisionali.

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