06 novembre 2024 – 02:45
La situazione meteorologica a Torino negli ultimi mesi ha confermato le preoccupazioni della popolazione locale, con un’eccezionale quantità di pioggia che ha colpito la regione. Secondo i dati forniti dal direttore di Arpa Piemonte, Secondo Barbero, durante i primi dieci mesi di quest’anno si è registrata una precipitazione media di 1.316 millimetri in provincia di Torino, corrispondenti a 1.316 litri d’acqua per metro quadrato. Questo valore rappresenta circa l’80% della media storica registrata dall’Arpa dal 1958, evidenziando un aumento significativo delle precipitazioni rispetto agli anni precedenti.Il confronto con il 2022, anno segnato da una grave siccità, rende ancora più evidente l’impatto delle condizioni meteorologiche estreme sulla regione. Durante il convegno dell’Ordine dei Geologi del Piemonte per commemorare i 30 anni dall’alluvione che ha colpito la regione nel 1994, è emersa l’importanza di affrontare con urgenza il rischio idrogeologico che minaccia migliaia di persone nella provincia.Secondo il report dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), oltre 116.000 abitanti vivono in zone a rischio alluvione e più di 33.000 sono esposti al pericolo di frane. Il vicesindaco della Città Metropolitana Jacopo Suppo ha sottolineato la necessità di interventi tempestivi per prevenire tragedie come quella avvenuta a Valencia e garantire la sicurezza della popolazione.L’emergenza richiede un costante monitoraggio del territorio da parte delle autorità competenti e un coordinamento efficace tra Protezione Civile comunale e volontari. Nel corso del 2024, sono stati effettuati numerosi interventi di monitoraggio e messa in sicurezza del territorio grazie all’impegno di oltre 330 volontari. Tuttavia, rimangono sfide importanti da affrontare, come dimostrano i ritardi nell’attuazione dei progetti preventivi a Bardonecchia dovuti alla complessità delle autorizzazioni necessarie.La memoria delle tragedie passate e l’impegno delle istituzioni locali evidenziano la necessità prioritaria di proteggere le comunità vulnerabili dalle calamità naturali attraverso interventi mirati e una maggiore consapevolezza del rischio idrogeologico.