L’Avviso Pubblico emanato dall’Agenzia Sanitaria Regionale del Molise rappresenta una misura concreta di risposta alle esigenze strutturali emerse durante la crisi pandemica e segna un passo significativo verso la valorizzazione del personale che ha fornito un contributo essenziale nella gestione dell’emergenza sanitaria.
L’iniziativa, formalizzata attraverso un bando pubblico, mira a inquadrare in ruolo stabile venti professionisti, figura chiave per il corretto funzionamento del sistema sanitario regionale.
L’attenzione specifica è rivolta a professioni cruciali per la diagnosi, il supporto sociale e la riabilitazione, evidenziando la consapevolezza dell’importanza di queste aree per la salute pubblica.
I dodici tecnici sanitari di laboratorio biomedico, elementi imprescindibili per l’analisi diagnostica e il monitoraggio epidemiologico, saranno fondamentali nel garantire la continuità dei servizi.
I quattro assistenti sociali, pilastri del supporto e dell’assistenza ai pazienti e alle loro famiglie, contribuiranno a colmare lacune spesso amplificate dalle emergenze.
L’inclusione di un tecnico neuropsicomotricista e di tre tecnici della riabilitazione psichiatrica sottolinea l’importanza di un approccio olistico alla cura, che consideri non solo la dimensione fisica ma anche quella psicologica e sociale.
L’Avviso Pubblico non si configura come un atto isolato, bensì come parte di una strategia più ampia volta a rafforzare il Servizio Sanitario Regionale (SSR), adeguandolo alle sfide attuali e future.
La formulazione del documento prevede, infatti, la possibilità di integrazioni nel numero dei posti disponibili, in ragione di eventuali modifiche alla programmazione del fabbisogno.
Questa flessibilità operativa è condizionata dal rispetto scrupoloso dei vincoli economico-finanziari imposti sia a livello regionale che nazionale, nonché dalle direttive statali e commissariali in materia di programmazione sanitaria, organizzazione dei servizi e garanzia dell’assistenza.
Questa iniziativa è particolarmente rilevante perché segna un cambio di paradigma rispetto alla prassi, spesso basata su contratti a termine, che caratterizzava il settore sanitario.
La stabilizzazione di queste risorse umane rappresenta un investimento nel capitale umano, garantendo una maggiore continuità nella fornitura dei servizi, una riduzione del carico di lavoro per il personale esistente e un miglioramento della qualità complessiva dell’assistenza.
Inoltre, la prospettiva di una stabilizzazione può incentivare nuovi professionisti ad entrare nel sistema sanitario regionale, contrastando la fuga di cervelli e contribuendo a garantire la sostenibilità del SSR nel lungo periodo.
La disponibilità di personale qualificato e stabile è infatti un fattore cruciale per la capacità del sistema sanitario di rispondere efficacemente alle esigenze della popolazione, prevenendo e curando le malattie e promuovendo il benessere collettivo.







