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sabato 25 Ottobre 2025

Bologna, Processo a Minorenne: Violenza, Paura e Legittima Difesa

Il Tribunale per i Minorenni di Bologna si è confrontato con un caso di drammatica violenza, costellato di accuse, paure e rivendicazioni di legittima difesa.

Il 4 settembre 2024, in via Piave, la giovane vita di Fallou Sall è stata tragicamente interrotta, innescando un processo complesso che coinvolge un ragazzo all’epoca sedicenne, ora imputato per omicidio volontario.

Durante un interrogatorio protrattosi per tre ore, il giovane ha ripercorso gli eventi che lo hanno portato a compiere l’efferato gesto, descrivendo un senso di oppressione e terrore che lo ha spinto a reagire con violenza.

La versione fornita, resa in un contesto emotivamente carico, con i genitori della vittima presenti e assistiti dall’avvocata Loredana Pastore, ha cercato di spiegare l’azione come un tentativo disperato di autodifesa.
L’imputato, difeso dall’avvocato Pietro Gabriele, non solo risponde del decesso di Fallou Sall, ma anche del tentato omicidio di un suo coetaneo bengalese di 17 anni, il quale a sua volta è accusato di lesioni personali e molestie telefoniche nei confronti del principale imputato.
Quest’ultimo, avendo richiesto e ottenuto la “messa alla prova”, ha visto la sua posizione separata dal processo principale, alleggerendo temporaneamente la complessità della vicenda.

L’avvocato Gabriele ha sottolineato come la percezione di una minaccia imminente, la sensazione di essere preda di una dinamica di bullismo e intimidazione, abbia profondamente influenzato le azioni del suo assistito.

La distinzione tra aggressione e reazione difensiva è cruciale per la valutazione legale del caso, e la legittima difesa, per essere riconosciuta, richiede un’attenta analisi delle circostanze concrete e della proporzionalità della risposta.
La difesa ha inoltre evidenziato il profondo turbamento del giovane, il quale, pur provato dall’accaduto, sta cercando di elaborare e comprendere gli eventi che lo hanno visto protagonista.
Un gesto di contrizione, le scuse formalizzate ai genitori di Fallou, appaiono come un tentativo di espiazione, di riparazione di un danno irreparabile.
L’interrogatorio si è esteso anche all’esame del contesto sociale e scolastico che ha preceduto il tragico evento.

L’aver subito atti di vessazione, soprusi e intimidazioni, sia in ambito scolastico che in altri contesti, ha contribuito a creare un clima di paura e paranoia che ha condizionato il comportamento del giovane.

Questa ricostruzione, se confermata, potrebbe offrire una chiave di lettura alternativa, attenuante, per comprendere le dinamiche che hanno portato alla violenza.

La prossima udienza, fissata per il 29 ottobre, sarà dedicata alla testimonianza dei genitori di Fallou Sall, un momento di profonda emozione e di confronto doloroso, che offrirà ulteriori elementi per la ricostruzione completa della vicenda e per la valutazione della responsabilità del giovane imputato.

Il processo si pone dunque come un’occasione per analizzare non solo le conseguenze di un atto violento, ma anche le cause profonde che lo hanno generato, con l’auspicio di prevenire simili tragedie nel futuro.

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