Otello tra Shakespeare e la criminalità romana: il film di Edoardo Leo che reinventa la tragedia con coraggio e originalità.

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In un contesto contemporaneo e suggestivo, il film “Non sono quello che sono” di Edoardo Leo si distingue per la sua singolarità nell’unire due mondi apparentemente opposti: quello raffinato e ricco di belle parole di William Shakespeare, con la storia travolgente di Otello, e l’oscura realtà di un’organizzazione criminale operante lungo il litorale romano tra Nettuno e Anzio, specializzata nello spaccio di droga.La trama si dipana nel 2001 all’interno di una banda criminale, dove Iago, interpretato magistralmente da Edoardo Leo, covando rancore verso il capo Otello detto il ‘negro’, escogita un piano machiavellico per farlo precipitare in una spirale di gelosia nei confronti della giovane e dolce Desdemona, appena sposata. Con dialoghi shakespeariani resi in dialetto romano e personaggi imprigionati in un destino senza speranza sullo sfondo delle atmosfere cupe del mare invernale, prende vita un thriller sporco e dark che osa reinterpretare la tragedia classica con coraggio e originalità.Edoardo Leo racconta come l’idea di adattare Otello lo abbia affascinato già quindici anni fa per la sua modernità sconcertante e per le complesse dinamiche psicologiche tratteggiate da Shakespeare. L’utilizzo del dialetto romano conferisce al film una potenza straordinaria, mentre l’interpretazione dell’oscuro Jago rappresenta per l’attore-regista una sfida affascinante legata alla natura stessa del male e alla capacità manipolatoria dell’animo umano.Attraverso questa nuova visione shakespeariana reinventata da Leo, emergono tematiche attuali come il razzismo, la violenza, l’invidia sociale e il femminicidio che rendono ancora più evidente la modernità della tragedia originaria. La profonda analisi psicologica operata sui personaggi da parte dello scrittore seicentesco rivela le contraddizioni umane universali che continuano a interrogarci ancora oggi.In conclusione, “Non sono quello che sono” si configura come un’opera cinematografica coraggiosa ed efficace che riesce a mantenere intatta la potenza drammatica del testo originario pur trasportandola in un contesto contemporaneo denso di tensioni sociali e psicologiche.

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