15 novembre 2024 – 15:45
Luciano Di Marco e sua moglie Anna Bonanno, originari di Torino, sono stati inizialmente arrestati con l’accusa di aver rapinato una gioielleria a Cerignola (Foggia). Nonostante siano stati successivamente scagionati da ogni responsabilità, la Corte di appello di Bari ha respinto la richiesta di risarcimento per l’ingiusta detenzione. Questo perché, secondo i giudici, la coppia avrebbe omesso elementi cruciali che avrebbero potuto dimostrare la propria estraneità ai fatti. Durante le indagini, nonostante abbiano sempre proclamato la propria innocenza, Di Marco e Bonanno hanno fornito informazioni contraddittorie che hanno sollevato dubbi sulla veridicità dei loro alibi.La rapina si è verificata l’8 marzo 2019 e pochi mesi dopo Di Marco è stato arrestato e trascorso 120 giorni in carcere. Nel frattempo, sua moglie era stata posta ai domiciliari a causa della recente maternità. Le prove contro la coppia si basavano principalmente sui riconoscimenti delle commesse del negozio, nonostante entrambi avessero testimoniato di essere a Torino quel giorno: lui al lavoro come operatore del soccorso stradale e lei dalla pediatra. Tuttavia, le autorità non sono state convinte dalle loro testimonianze e solo una perizia antropometrica ha dimostrato definitivamente che non potevano essere i colpevoli.Attualmente assistiti dagli avvocati Domenico Peila e Giacomo Lattanzio, la coppia intende presentare un ricorso in Cassazione per ottenere il riconoscimento del torto subito durante il processo ingiustamente accusati.