18 novembre 2024 – 08:45
Torino, una volta fiore all’occhiello dell’industria italiana, si trova ora in fondo alla classifica per il tasso di occupazione nel Piemonte. Secondo i dati Istat sul benessere equo e sostenibile dei territori, solo il 70,8% delle persone tra i 20 e i 64 anni lavora nella provincia di Torino, cifra che si attesta al di sotto della media regionale del 72,2%. Questo divario diventa ancora più evidente confrontando Torino con Cuneo, leader in fatto di occupazione con un distacco di 4,3 punti percentuali. Ma le criticità non finiscono qui. La città subisce un’elevata disoccupazione giovanile, con il 10,7% degli under 30 che non riesce a trovare lavoro. Questi dati contrastano con la retribuzione media e il reddito annuo pro capite più elevati del territorio piemontese. Nonostante non si tratti di numeri drammatici, Torino sta perdendo terreno rispetto ad altre realtà metropolitane italiane ed europee.L’economista Mauro Zangola mette in luce la situazione preoccupante della città confrontandola con altre realtà urbane italiane ed europee. Secondo i dati Eurostat, Torino si piazza al 184º posto su 229 regioni per quanto riguarda l’occupazione giovanile tra i 15 e i 24 anni. Solo 43 regioni presentano tassi inferiori ai nostri, di cui ben 11 nel Sud Italia. Se solo i giovani torinesi potessero godere dei tassi di occupazione francesi intorno al 37%, ci sarebbero migliaia di posti di lavoro disponibili per loro.Nonostante il tasso di occupazione torinese sia superiore alla media nazionale (66,3%), la città è superata da Bologna, Firenze, Milano e altre realtà urbane importanti. L’assenza di investimenti è indicata come uno dei principali motivi dal punto di vista economico: Torino non è più il fulcro industriale che era un tempo. Oggi sono Cuneo e altri centri industriali a primeggiare nel settore manifatturiero. La città deve affrontare una sfida importante per riconquistare la sua posizione nel panorama economico italiano ed europeo e ridurre il divario occupazionale soprattutto tra i giovani lavoratori.