18 novembre 2024 – 13:45
Bruno Caccia, illustre magistrato originario di Cuneo nato nel 1917 e scomparso nel 1983, lasciò un’impronta indelebile nella storia della giustizia italiana. La sua carriera nella magistratura iniziò nel lontano 1941 e culminò con la nomina a Procuratore della Repubblica a Torino nel 1980. Riconosciuto per la sua fermezza e determinazione nella lotta contro il terrorismo e la criminalità organizzata, Caccia si distinse per il suo impegno instancabile a difesa dello Stato di diritto.La tragica sera del 26 giugno 1983 segnò il triste epilogo della vita di Bruno Caccia: mentre passeggiava con il suo cane per le strade di via Sommacampagna, fu vilemente assassinato da un commando criminale che gli sparò ben 14 colpi di pistola, tra cui tre colpi di grazia. L’indagine condotta sul caso, inizialmente deviata verso una falsa pista brigatista, portò alla luce una verità agghiacciante: il mandante dell’omicidio, Domenico Belfiore, fu condannato all’ergastolo nel 1992, seguito anni dopo dalla sentenza definitiva per l’esecutore materiale Rocco Schirripa nel 2020.Nonostante alcune ombre ancora presenti sul caso, come la presunta presenza di un secondo esecutore materiale non identificato, Bruno Caccia rimane un simbolo indelebile dell’impegno coraggioso della magistratura italiana contro le forze oscure della criminalità organizzata. La sua memoria è stata onorata anche da iniziative come il convegno promosso dal Movimento delle Agende Rosse per fare piena luce sulla sua morte e chiedere giustizia.In questo contesto denso di tensione e mistero, l’avvocato Fabio Repici ha dato voce al dolore e alla determinazione dei figli del procuratore Caccia, Paola e Cristina, testimoniando la loro incrollabile volontà di vedere ristabilita la verità su quanto accaduto quella tragica notte. La figura di Bruno Caccia continua a ispirare nuove generazioni di giuristi e cittadini impegnati nella difesa dei valori fondamentali della giustizia e dell’integrità morale.
