Tragedia nelle scuole cinesi: violenza e feriti in aumento

Questa mattina, un tragico incidente ha sconvolto la tranquillità di una scuola elementare a Changde, nella provincia cinese meridionale dello Hunan, dove numerosi studenti sono rimasti feriti in seguito all’impatto con un’auto. Questo episodio si inserisce in un contesto di violenza crescente che ha colpito più volte il territorio cinese nell’arco di pochi giorni. Zhuhai ha vissuto la tragedia della morte di 35 persone investite da un’auto lanciata a folle velocità vicino a un centro sportivo, mentre a Wuxi otto vite sono state spezzate in seguito a un attacco armato in una scuola.Nel contesto di questa escalation drammatica, anche la provincia nordoccidentale dello Xinjiang non è stata risparmiata: un tumulto improvviso si è scatenato in una scuola locale provocando ben 14 feriti. L’incidente si è verificato lunedì pomeriggio presso la scuola media n.8 di Kashgar, importante centro culturale della minoranza uigura nella regione. Secondo le autorità locali, uno studente è caduto davanti a una porta mentre gli alunni si muovevano tra i vari edifici scolastici, innescando così una situazione caotica e pericolosa.Le conseguenze sono state gravi: tre persone hanno riportato ferite serie e stanno ricevendo cure intensive, mentre altre 11 hanno subìto lesioni più lievi ma sono comunque ricoverate in ospedale per essere monitorate attentamente. Le autorità stanno conducendo indagini approfondite per comprendere le cause dell’accaduto e garantire che simili incidenti possano essere prevenuti in futuro.Lo Xinjiang, con la sua ricca diversità etnica e culturale caratterizzata da una forte presenza di minoranze musulmane come gli uiguri, è da tempo al centro delle polemiche internazionali riguardanti presunte violazioni dei diritti umani perpetrate dalle politiche governative cinesi. Accuse provenienti da varie parti del mondo, tra cui Stati Uniti e Nazioni Unite, hanno messo sotto accusa Pechino per queste pratiche discriminatorie e oppressive. Tuttavia, la Cina respinge categoricamente tali accuse difendendo le proprie politiche come strumenti necessari per garantire stabilità e sicurezza nel paese.