27 novembre 2024 – 11:45
Durante il maxiprocesso al centro sociale Askatasuna, uno degli imputati ha respinto l’accusa di associazione per delinquere con una battuta tagliente. Donato R., storico militante del sodalizio, ha smentito categoricamente di aver creato una cellula interna per strumentalizzare la lotta per tematiche sociali come il diritto alla casa. Ha ribadito che sarebbe stato cinico e ipocrita sfruttare le persone con cui condivideva la vita quotidiana senza il loro consenso, affermando ironicamente che nemmeno il Kgb sarebbe stato capace di un tale livello di manipolazione.Il processo coinvolge 28 attivisti e simpatizzanti del centro sociale, accusati di associazione per delinquere. Durante la sua difesa spontanea, Donato R. ha raccontato un episodio controverso in cui si è trovato coinvolto direttamente: l’allontanamento di un extracomunitario dal Neruda, uno spazio popolare frequentato da famiglie migranti. Secondo Donato R., l’uomo causava problemi di convivenza e si era diffusa la voce di attività illegale legata allo spaccio di droga, cosa che lui personalmente condanna fermamente. L’assemblea decise quindi di allontanarlo e, nonostante un confronto acceso tra le parti, Donato R. ammise la responsabilità dell’incidente senza tuttavia accettare accuse infamanti quali aggressioni violente o comportamenti fascisti.La testimonianza di Donato R. evidenzia le complessità e le sfide affrontate dai movimenti sociali nel gestire situazioni delicate e contrastanti all’interno dei propri spazi comuni. La sua difesa riflette la volontà di preservare i valori fondanti della solidarietà e della giustizia sociale, pur riconoscendo i limiti e le tensioni inevitabili nell’azione collettiva.