27 novembre 2024 – 09:45
I giovani piemontesi di oggi non sono più considerati la generazione invisibile di cui parlava il sociologo Ilvo Diamanti vent’anni fa. Nonostante il calo demografico che annualmente restringe le fila dei cittadini con meno di 34 anni, essi si fanno sentire nella sfera pubblica. Questi giovani credono fermamente nelle potenzialità delle tecnologie e nell’importanza del lavoro, ma presentano una distinzione significativa rispetto agli adulti: per loro non è più prioritario il reddito, bensì la conciliabilità di un impiego con la vita privata e la qualità dello stesso.Tali conclusioni emergono da uno studio condotto dall’Università di Torino, nello specifico dal Centro Luigi Bobbio del Dipartimento di Culture, Politica e Società. L’indagine, complessa e articolata, sarà presentata giovedì dalle 9 presso il Campus Einaudi e affronta sei tematiche fondamentali: lavoro, tecnologie, percezione del futuro, priorità di sviluppo, religione, fiducia istituzionale e partecipazione.Questi dati mettono in luce una generazione attiva e consapevole della propria realtà sociale ed economica. I giovani piemontesi si pongono interrogativi sulle dinamiche lavorative future, sull’impatto delle nuove tecnologie sulla società e sull’importanza della partecipazione civica. La fiducia nelle istituzioni è un elemento cruciale per loro, così come la valorizzazione della propria vita privata in un contesto lavorativo sempre più frenetico.In conclusione, i giovani piemontesi rappresentano una forza vitale per la regione, portatori di idee innovative e desiderosi di contribuire attivamente alla costruzione di una società più equa e inclusiva. Il confronto tra le generazioni diventa quindi fondamentale per garantire uno sviluppo armonioso e sostenibile nel tempo.