27 novembre 2024 – 08:20
L’ombra di altre violenze ai detenuti, avvenute in passato nel carcere di Ivrea, uno degli istituti più problematici del nostro Paese, si fa sempre più evidente nelle intercettazioni emerse da un’operazione contro le presunte torture nel penitenziario di Trapani, che ha portato all’indagine di 46 tra agenti e personale carcerario. Le intercettazioni shock hanno rivelato una conversazione inquietante tra due indagati, oggetto di approfondimenti da parte dei magistrati eporediesi. Dai documenti emerge che alcuni agenti ritenevano necessario ricorrere a metodi violenti come punizione nei confronti dei detenuti. Si parla di picchiare i detenuti e nascondere tali atti agli altri colleghi, riprendendo pratiche già adottate a Ivrea. Inoltre, si fa riferimento al coinvolgimento dei medici nella vicenda.Nel carcere di Ivrea si registra sovraffollamento al 143% e carenza di personale, dati che rendono ancora più grave la situazione. Gli inquirenti dovranno ora accertare se gli agenti coinvolti abbiano prestato servizio effettivamente a Ivrea e se vi siano ulteriori elementi da valutare. Se la procura eporediese dovesse aprire un nuovo fascicolo su queste presunte violenze, sarebbe la terza inchiesta del genere riguardante il carcere.Un fascicolo sulle presunte violenze nella casa circondariale di Ivrea è ancora in corso e coinvolge 45 persone tra agenti, direttori e medici. La Cassazione ha escluso il reato di tortura contestato a otto agenti della penitenziaria ma restano comunque indagati. La Corte Suprema ha confermato che non vi sono state violazioni dei diritti umani nel carcere secondo la tesi difensiva degli avvocati.Nel frattempo è iniziato il processo riguardante le presunte violenze avvenute a Ivrea tra il 2015 e il 2016. Quattro agenti sono stati assolti mentre altri sono stati accusati di falso o lesioni, con alcune accuse derubricate da tortura a lesioni per via della prescrizione delle lesioni stesse.
