Un uomo di 36 anni, residente a Riesi, è stato colpito da un provvedimento restrittivo di arresto in carcere, disposto dal giudice per le indagini preliminari di Caltanissetta su impulso della Procura locale, a seguito di un’approfondita indagine scaturita da una denuncia che ha rivelato un quadro allarmante di violenza reiterata e coercizione psicologica.
 L’uomo è accusato, in particolare, di violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia, atti persecutori e lesioni personali aggravate, reati che delineano un comportamento predatorio e manipolatorio nei confronti della vittima.
L’inchiesta ha messo in luce come, a seguito della cessazione di una relazione sentimentale, l’indagato non abbia accettato la fine, manifestando un’ossessiva determinazione a mantenere il contatto con l’ex compagna.
 Le comunicazioni, inizialmente presentate con l’apparente intento di un confronto costruttivo, si sarebbero poi trasformate in tentativi insistenti e indesiderati, configurando una palese forma di stalking.La Procura di Caltanissetta contesta, inoltre, un episodio particolarmente grave avvenuto nell’abitazione della donna.
 Durante uno degli incontri forzati, l’uomo avrebbe materialmente aggredita l’ex compagna, costringendola a subire atti sessuali non consensuali.
 Un elemento di eccezionale gravità è rappresentato dal fatto che, secondo l’accusa, l’indagato avrebbe documentato con il proprio dispositivo mobile le azioni violente perpetrate, creando una sorta di “archivio” di coercizione e umiliazione.
Questo dettaglio rivela una profonda disinvoltura e una mancanza di empatia da parte dell’indagato, suggerendo una personalità incline a esercitare potere e controllo attraverso la manipolazione e la degradazione dell’altro.
 L’atto di riprendere la vittima, inoltre, configura un’ulteriore forma di violenza psicologica e una chiara intenzione di umiliare e controllare la persona offesa.
 L’ordinanza di custodia cautelare è stata disposta al fine di tutelare l’incolumità fisica e psicologica della donna, garantendo al contempo la serenità della sua posizione di testimone durante il prosseguimento delle indagini.
Il caso solleva, inoltre, importanti interrogativi sulla necessità di rafforzare gli strumenti di protezione per le vittime di violenza di genere e sulla rilevanza di interventi di prevenzione e sensibilizzazione volti a contrastare una cultura che ancora troppo spesso tollera e giustifica comportamenti violenti e manipolatori.



                                    



