Un nuovo, drammatico atto di violenza ha scosso il tessuto fragile del sistema sanitario napoletano, questa volta a carico del personale del pronto soccorso dell’Ospedale Vecchio Pellegrini.
L’episodio, reso noto tramite la denuncia del gruppo Facebook “Nessuno tocchi Ippocrate”, solleva interrogativi urgenti sulla sicurezza e la dignità dei professionisti sanitari impegnati in prima linea, spesso esposti a situazioni estreme e inaccettabili.
L’evento si è sviluppato in maniera rapida e inaspettata.
Un giovane, registrato per una presunta lesione cranica, dopo un breve periodo di attesa, è scomparso dall’area dedicata.
Il suo ritorno, però, è stato tutt’altro che ordinario: ha forzato l’ingresso al triage, armato di un oggetto contundente – un paio di forbici – con cui ha minacciato un’operatrice, dirigendo la lama verso il suo addome.
Sebbene fortunatamente non abbia inferto ferite fisiche, la violenza dell’atto ha generato un profondo stato di ansia e terrore nell’operatrice.
La spirale di aggressioni non si è arrestata.
Il giovane ha continuato a manifestare comportamenti violenti, rivolgendosi con insulti e minacce a un’altra collega e, successivamente, colpendo con calci all’addome un’operatrice socio-sanitaria intervenuta per difendere la professionista attaccata.
Solo l’intervento tempestivo di una pattuglia di polizia e di guardie giurate ha permesso di immobilizzare l’aggressore e di condurlo in un’area di sicurezza, dove ha continuato a manifestare violenza, colpendo anche un infermiere presente.
Paradossalmente, nonostante l’esperienza traumatica e la pericolosità dell’aggressore, il personale sanitario ha continuato a garantire l’assistenza medica dovuta, testimoniando un impegno professionale e un senso del dovere ammirevoli.
Le conseguenze emotive e fisiche dell’aggressione si sono manifestate in uno stato di agitazione diffuso tra gli operatori, con prognosi variabili, la più grave dei dieci giorni per l’operatrice socio-sanitaria.
Questo episodio, purtroppo, non è un evento isolato, ma si inserisce in un contesto allarmante di crescente inaccettabilità nei confronti del personale sanitario, troppo spesso vittima di aggressioni verbali e fisiche.
Si tratta di un campanello d’allarme che richiede un’azione concreta e immediata per garantire la sicurezza dei professionisti che ogni giorno lavorano in prima linea, preservando la loro dignità e il diritto di svolgere il proprio lavoro in un ambiente sicuro e rispettoso.
È necessario un ripensamento delle strategie di protezione, un potenziamento delle misure di sicurezza nei pronto soccorso e, soprattutto, una profonda riflessione sulla necessità di promuovere una cultura del rispetto e della tolleranza nei confronti di chi si prende cura della salute pubblica.
La sicurezza del personale sanitario è, in ultima analisi, una questione di civiltà.







