10 dicembre 2024 – 16:20
Il Tribunale del Riesame ha revocato l’accusa di tortura, consentendo così agli undici agenti della polizia penitenziaria del carcere Pietro Cerulli di tornare in libertà. Sebbene siano stati sollevati dai domiciliari, non sono stati riportati in servizio, poiché i giudici hanno deciso di imporre una diversa misura cautelare: l’interdizione dai pubblici uffici. Questa decisione è stata presa in relazione ai vari reati contestati, tra cui abuso di potere e maltrattamenti. Le motivazioni che hanno portato a tale pronuncia saranno rese note solo dopo il deposito ufficiale da parte delle difese coinvolte. Nonostante la revoca dell’accusa di tortura, il caso legato al carcere di Trapani resta ancora aperto e avvolto da un’aura di mistero. Il Tribunale del Riesame ha ritenuto che mancassero i requisiti necessari per configurare la sistematicità delle condotte contestate dagli inquirenti e riconosciute dal gip. È probabile che la Procura presenterà ricorso in Cassazione una volta depositate le motivazioni complete della sentenza, mentre le indagini proseguono senza sosta. Attualmente ci sono 50 persone iscritte nel registro degli indagati, molte delle quali accusate anche di omessa denuncia o falsa testimonianza. Gli interrogatori effettuati sembrano confermare le terribili condizioni presenti nel reparto blu del carcere trapanese, descritto come una sorta di zona franca dove regole e comportamenti venivano sistematicamente violati dagli agenti coinvolti nell’inchiesta. Le intercettazioni audio tra gli stessi agenti riguardanti atti violenti compiuti sui detenuti testimoniano un clima di totale impunità e disprezzo per la vita umana all’interno dell’istituto penitenziario.