La Global Innovation Challenge 2025 di Citi Foundation, con un investimento complessivo di 25 milioni di dollari, consacra la Fondazione Don Gino Rigoldi tra le cinquanta organizzazioni non profit a livello globale a ricevere un sostegno economico di 500.000 dollari.
L’iniziativa si focalizza su un imperativo urgente: contrastare la precarietà lavorativa che affligge le giovani generazioni, un problema che trascende confini geografici e si radica in disuguaglianze strutturali.
La Fondazione Don Gino Rigoldi, forte di una consolidata esperienza nel territorio lombardo, intende impiegare queste risorse per rafforzare i propri programmi di intervento a favore di giovani vulnerabili, in particolare NEET (Not in Education, Employment or Training) e studenti a rischio di abbandono scolastico.
 L’approccio, improntato a una visione olistica, va ben oltre la mera formazione professionale, abbracciando un percorso di crescita personale e di acquisizione di competenze trasversali – le cosiddette *soft skills* – cruciali per affrontare le sfide del mercato del lavoro contemporaneo.
Il piano d’azione si articola in tre pilastri fondamentali: percorsi educativi personalizzati, programmi di *mentoring* individualizzato e interventi di formazione professionale mirati, affiancati da un’iniziativa di educazione finanziaria.
 Quest’ultima, spesso trascurata, si rivela essenziale per promuovere l’autonomia e la capacità di gestione delle risorse economiche, elementi chiave per un percorso di inserimento lavorativo sostenibile.
Un elemento distintivo di questa iniziativa è la collaborazione strategica con l’Università degli Studi di Milano.
Questo sodalizio scientifico si concretizzerà in un progetto di ricerca volto a decostruire le dinamiche che ostacolano l’incontro tra domanda e offerta di competenze.
 L’obiettivo primario è identificare i fattori che influenzano l’efficacia dei programmi di formazione, analizzando i bisogni emergenti del mondo del lavoro e i profili professionali più richiesti.
 La ricerca non si limiterà all’analisi dei dati, ma coinvolgerà attivamente le aziende del territorio, instaurando un dialogo costruttivo per definire i requisiti ideali dei profili ricercati.
“I giovani di oggi si confrontano con barriere complesse e spesso invisibili,” sottolinea Edward Skyler, Head of Enterprise Services and Public Affairs di Citi.
“È imperativo fornire loro le competenze pertinenti e le opportunità concrete per costruire un futuro prospero.
“Don Gino Rigoldi, presidente del Comitato di Garanzia della Fondazione, descrive la situazione con chiarezza: “Spesso i ragazzi che incontriamo non sono ‘bloccati’, ma piuttosto disorientati, privi di una bussola per orientarsi.
Mancano di fiducia in se stessi e non sanno da dove iniziare.
Il nostro ruolo è quello di offrire loro un porto sicuro, un percorso formativo che li aiuti a scoprire il proprio potenziale e a sviluppare le competenze necessarie per inserirsi nel mondo del lavoro.
” La ricerca universitaria, in quest’ottica, si rivela uno strumento prezioso per colmare il divario tra le aspirazioni dei giovani e le esigenze del mercato, facilitando l’incontro tra domanda e offerta e promuovendo un’occupazione di qualità.
 L’approccio, dunque, non è solo di supporto, ma di vera e propria progettazione di un futuro professionale.



                                    




