In Iran, una giovane donna, Goli Kouhkan, si trova sull’orlo di una giustizia capitale, intrappolata in un sistema legale complesso e profondamente radicato in tradizioni patriarcali.
La sua vicenda, riportata dal Guardian, incarna una drammatica convergenza di vulnerabilità: appartenenza a una minoranza etnica, condizione femminile e povertà estrema, fattori che la rendono una figura particolarmente fragile all’interno della società iraniana.
La storia di Goli è una tragica conseguenza di un matrimonio forzato avvenuto quando aveva appena dodici anni.
A diciotto anni, è stata arrestata e condannata per la morte del marito, un evento che si colloca nel 2018.
La pena attuale, una somma di dieci miliardi di toman (superiore a novanta mila euro), impone un oneroso risarcimento alla famiglia della vittima, una condizione sine qua non per evitare l’esecuzione.
Il contesto che ha portato a questo drammatico scenario è avvolto da anni di abusi subiti dalla giovane donna.
Dopo una disperata fuga dal matrimonio, il padre, custode di una visione arcaica e inflessibile, le aveva negato il rientro, esprimendo un rifiuto brutale con parole crude: “Ho dato via mia figlia con un vestito bianco, l’unico modo in cui puoi ritornare è avvolta in un sudario”.
Questa affermazione, carica di implicazioni culturali e sociali, sottolinea l’estrema rigidità delle norme che governano la vita delle donne in alcune comunità iraniane.
Il punto di rottura si è verificato quando, dopo essere stata costretta a ritornare dal marito, Goli ha assistito alla violenza nei confronti del figlio di cinque anni dell’uomo.
La sua reazione, la richiesta di aiuto a un cugino, ha innescato una colluttazione fatale.
Questo episodio solleva interrogativi complessi sulla legittima difesa, la violenza domestica e la responsabilità delle autorità in questi casi.
Mahmood Amiry-Moghaddam, direttore di Iran Human Rights, sottolinea che Goli rappresenta la figura più debole all’interno della società iraniana, una vittima di una serie di fattori di rischio che la rendono particolarmente vulnerabile.
Ziba Baktyari, attiva nel supporto alle donne beluci attraverso l’organizzazione Bramsh, denuncia come la vicenda di Goli non sia un caso isolato, ma parte di un disegno più ampio di persecuzione delle donne beluci e, in generale, delle donne in Iran.L’Iran, purtroppo, detiene il triste primato di esecuzioni di donne a livello mondiale, con almeno trenta esecuzioni registrate finora quest’anno.
Questa cifra, unitamente alla vicenda di Goli, evidenzia la necessità urgente di riforme significative nel sistema giudiziario iraniano e di una maggiore protezione dei diritti delle donne, in particolare quelle appartenenti a minoranze etniche e provenienti da contesti socio-economici svantaggiati.
La sua situazione pone un faro sulla disparità di trattamento, l’assenza di adeguata tutela legale e le conseguenze devastanti delle norme culturali antiquate.







