Nella tranquilla mattina del deposito Eni di Calenzano, situato a Firenze, si stavano svolgendo due operazioni di manutenzione che hanno portato a un evento drammatico. Da un lato, c’era l’intervento alla pensilina numero 7, vicino a quella coinvolta nell’esplosione, che riguardava una condotta per il carico di carburante ai camion. Dall’altro lato, si stava lavorando alla riparazione di due raccoglitori di vapori – uno più piccolo e uno più grande – nella corsia 6, la stessa dove si è verificata l’esplosione. Queste informazioni provengono da fonti investigative.Inoltre, si è appreso che durante l’esplosione vicino alla pensilina numero 6 c’era un’operazione di sollevamento di un carrello tramite macchinario proprio mentre si formava una nube di vapori infiammabili. Si ipotizza che la prossimità di queste attività abbia potuto innescare l’evento tragico. I vapori rilasciati sono stati confermati da testimoni e corrispondono a quanto mostrato nel primo video disponibile dell’accaduto.La procura di Prato ha programmato un sopralluogo presso il sito Eni di Calenzano insieme ai consulenti tecnici incaricati della perizia. L’esame sul campo è previsto per lunedì prossimo alle 10:30 e includerà verifiche tecniche dettagliate. Nel frattempo, gli inquirenti stanno acquisendo numerosi atti e documenti da analizzare, tra cui i piani esterni di sicurezza relativi al deposito Eni di Calenzano. Questa documentazione sarà confrontata con il piano interno della società per garantire la massima sicurezza sul sito.I piani esterni sono consultabili presso le autorità competenti preposte alla sorveglianza e alla gestione sicura dei siti ad alto rischio industriale o altro, al fine di tutelare la sicurezza delle persone in ogni circostanza.
Esplosione al deposito Eni di Calenzano: indagini in corso per comprendere le cause.
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