Daisy Osakue, la discobola atleta della nazionale azzurra, campionessa olimpica residente a Moncalieri, nel Torinese, torna a denunciare episodi di discriminazione di cui è stata vittima. La sua voce si leva contro il razzismo che ancora persiste nella società contemporanea. In un negozio Apple a Torino, Daisy viene fermata da un addetto alla sicurezza che la accusa di aver rubato. La sportiva racconta con amarezza l’umiliante episodio in cui si è trovata coinvolta: “C’era tantissima gente e hanno fermato proprio me, bloccata all’improvviso come se stessi rubando tutto il negozio. Mi dà fastidio, molto fastidio”. Il confronto diretto con l’addetto alla sicurezza mette in luce la superficialità del suo comportamento discriminatorio: bloccare Daisy solo perché è una donna nera. La situazione diventa ancor più imbarazzante quando la sportiva mostra il suo tesserino delle Fiamme Gialle per dimostrare di essere un militare e non una ladra. Daisy decide quindi di abbandonare il negozio e tornare a casa a piedi, riflettendo sul triste stato delle relazioni interrazziali nel nostro paese.Nonostante la scusa degli impiegati Apple successivamente presentata, Daisy sottolinea l’importanza di non basarsi su pregiudizi razziali e di trattare ogni individuo con rispetto e uguaglianza. Il concetto di “racial profiling” viene ribadito dalla campionessa olimpica come un problema profondo che va oltre singoli episodi isolati. Daisy Osakue si erge così come portavoce della lotta contro il razzismo e per una società più inclusiva e rispettosa delle diversità.
La discriminazione di Daisy Osakue: voce contro il razzismo
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