La storia di solidarietà che si rinnova oggi ha le sue radici nel coraggio e nella determinazione del popolo italiano di fronte a un attacco eversivo. Le istituzioni hanno saputo respingere il ricatto e difendere la democrazia grazie alla reazione civile e all’amore per la libertà degli italiani.Quarant’anni fa, sull’antivigilia del Natale del 1984, una bomba devastò i vagoni del treno rapido 904 mentre attraversava la grande galleria dell’Appennino. Sedici vite furono spezzate, quasi 300 persone rimasero ferite, tra cui tre bambini innocenti. Fu una strage spaventosa dal chiaro stampo terroristico-mafioso, come confermato dalla magistratura.Questa tragedia non solo ha segnato profondamente le famiglie delle vittime, ma ha anche rappresentato un attacco alla pacifica convivenza della nazione. È stata parte di una serie di attentati contro i treni perpetrati dall’eversione nera, con l’intento di seminare paura e destabilizzazione. Una strategia che la mafia avrebbe continuato ad adottare nei decenni successivi.Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sottolinea l’importanza di tramandare questo testimone alle generazioni future affinché non si dimentichi mai il sacrificio delle vittime e il dolore indelebile che questa tragedia ha lasciato nelle coscienze italiane.Anche i presidenti del Senato e della Camera ribadiscono l’orrore di quella giornata fatidica, definendo l’attentato come un atto barbaro di violenza terroristico-mafiosa che ha spezzato vite innocenti in modo crudele. La memoria di quegli eventi continua a scuotere le nostre coscienze e ci sprona a perseguire la verità e a lavorare per una società più giusta.Non possiamo dimenticare il coraggio di coloro che si sono prodigati nei soccorsi, offrendo speranza in mezzo alla disperazione. Fare memoria è un dovere sacro che ci guida nella ricerca della verità e nell’impegno per costruire un futuro migliore per tutti gli italiani.
La resilienza del popolo italiano: il coraggio e la solidarietà contro l’eversione terroristico-mafiosa
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