28 dicembre 2024 – 01:45
Valentina, nome di fantasia, oggi ha 40 anni e riflette sul tragico episodio che ha segnato la sua infanzia. A soli sei anni, l’animatore del centro estivo in Toscana l’ha abusata dietro una casetta degli attrezzi. Questo evento ha scosso profondamente la sua vita e le ha fatto prendere consapevolezza della necessità di insegnare ai bambini il potere di dire no.Dopo decenni, Valentina si sente finalmente libera dalla vergogna grazie alla psicoterapia e al sostegno delle sue amiche con cui ha condiviso il suo dolore. Tuttavia, la storia di Chiara, la ragazza che si è suicidata dopo aver denunciato gli abusi subiti da un parente a Orbassano, rimane impressa nella sua mente come un monito sulla gravità dei traumi infantili.Le associazioni antiviolenza mettono in luce il senso di colpa che spesso affligge le vittime, l’omertà nelle famiglie e la carenza di risorse per prevenire tali tragedie. È urgente promuovere un’educazione sessuale che insegni ai bambini a difendersi e formare gli educatori per riconoscere i segnali d’allarme.Le statistiche allarmanti evidenziano che nel 2023 sono stati commessi 7 mila reati contro i minori in Italia, con una maggioranza di ragazze coinvolte. I casi di violenza sessuale avvengono principalmente in ambito domestico ma anche all’interno della cerchia familiare o a scuola.Valentina conserva ancora ricordi confusi dell’abuso subito da piccola: le mani untate sulla maglietta, le spalle immobilizzate. È fondamentale sensibilizzare la società su queste tematiche e offrire supporto alle vittime attraverso servizi come il numero gratuito 1522 o i centri antiviolenza presenti sul territorio nazionale.La vicenda drammatica dei genitori di Chiara dimostra quanto sia urgente investire nella prevenzione e nell’assistenza alle vittime di abusi sessuali. Lella Palladino sottolinea la necessità di maggiori risorse per contrastare questo fenomeno diffuso ma spesso silenzioso nella nostra società.