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sabato 15 Novembre 2025

Alberto Trentini: un anno di detenzione ingiusta in Venezuela.

Un anno.
Trecentosessantacinque giorni di silenzio, di incertezza, di una sospensione arbitraria della libertà per Alberto Trentini, cooperante veneziano di 46 anni ingiustamente detenuto in un carcere di Caracas.

Un anno che segna un’assurda frattura nella sua esistenza e un tormento insopportabile per la sua famiglia e per chi crede nei principi fondamentali dei diritti umani.

La vicenda di Alberto trascende la semplice detenzione.
Si tratta di una questione di giustizia, di rispetto del diritto internazionale e di tutela dei lavoratori umanitari che operano in contesti fragili, spesso a rischio della propria incolumità.
L’assenza di accuse formali, l’elusività delle motivazioni addotte dal governo venezuelano – una generica accusa di “cospirazione” – alimentano sospetti e denunce.
La mancanza di trasparenza nel processo giudiziario solleva seri interrogativi sulla legalità e sull’imparzialità del sistema giudiziario venezuelano.

Domani, il 15 novembre 2024, data che segna il primo anniversario dell’arresto, Milano si mobilita.

Una conferenza stampa, organizzata nella sala stampa del Comune, rappresenta un atto di speranza e una chiamata all’azione.
Non si tratta solo di commemorare un evento doloroso, ma di rinnovare l’impegno per la liberazione di Alberto.

La voce della madre, Armanda Colusso Trentini, risuona come un grido di dolore e di determinazione.

Le sue parole, pubblicate su “Repubblica”, sono un appello commovente a non abbandonare la speranza, a non rassegnarsi all’ingiustizia.

“Un anno di attesa insopportabile,” scrive, esprimendo il peso di un’assenza che divora l’anima.
E invita tutti a perseverare, a non esaurire le energie nel chiedere la liberazione del figlio.
La pressione mediatica, la sensibilizzazione dell’opinione pubblica, sono le armi più efficaci per contrastare l’arbitrio e spingere le autorità a prendere una decisione.
Alberto Trentini non è solo un cooperante detenuto.
È un uomo che ha dedicato la propria vita al servizio degli altri, un professionista esperto in cooperazione internazionale, con un solido background in contesti di crisi in diverse parti del mondo.
Lavorava con l’organizzazione francese “Humanity and Inclusion”, un’associazione che si impegna a migliorare la vita delle persone disabili in tutto il mondo.
La sua esperienza e le sue competenze sono preziose per la comunità internazionale.
La conferenza stampa di domani, coordinata dal presidente di Articolo 21, Beppe Giulietti, vedrà la partecipazione della madre di Alberto, dell’avvocata Alessandra Ballerini, e di importanti rappresentanti del mondo dell’informazione: Paolo Perucchini, presidente dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti, e Riccardo Sorrentino, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia.

La loro presenza sottolinea l’importanza del caso e l’urgenza di un intervento concreto.
La liberazione di Alberto non è solo una questione personale, ma una questione di principio che riguarda la dignità umana, il diritto alla giustizia e la libertà di operare per il bene comune.
È un imperativo morale che non può essere ignorato.

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