E’ stata presentata, martedì 16 gennaio, agli organi di informazione la 1024a edizione della Fiera di Sant’Orso, prevista per il 30 e il 31 gennaio 2024, nel centro storico di Aosta, e l’edizione 2024 della Fiera di Donnas.
Sono intervenuti il Presidente della Regione Renzo Testolin, l’Assessore allo Sviluppo economico, Formazione e Lavoro, Trasporti e Mobilità sostenibile Luigi Bertschy, l’Assessora allo Sviluppo economico, promozione turistica e sport del Comune di Aosta Alina Sapinet, il Presidente della Chambre valdôtaine des entreprises et des activités libérales Roberto Sapia, il Presidente del Comitato organizzatore della Fiera di Donnas, Graziano Comola, e il Dirigente della Struttura Attrattività del territorio, internazionalizzazione e Artigianato di tradizione Marco Riccardi.
Se la pura essenza della Valle d’Aosta potesse assumere una forma tangibile, allora quella sarebbe la Fiera di Sant’Orso. Una festa senza tempo, che sopravvive da migliaia di anni, portatrice di una tradizione granitica, come le sue montagne.
È l’aria pungente intrisa di parole in dialetto e canti solenni, l’aroma intenso del vin brûlé, il chiacchiericcio allegro di una folla che attraversa festante la città. E poi ci sono loro, gli artigiani: sorrisi caldi e benevoli, occhi cerchiati dalle rughe, mani callose che impugnano attrezzi pesanti di secoli di storia.
Uno degli aspetti più sentiti della Fiera di Sant’Orso è certamente la convivialità, la voglia di ritrovarsi e di stare insieme. Proprio come accadeva in passato, la fiera è l’occasione di rivedersi dopo un anno trascorso lontani e di scambiarsi consigli e storie di vita. L’apice della festa?
La Veillà, la notte bianca tra il 30 e il 31 gennaio, in cui andare alla scoperta dell’Aosta sotterranea e dei suoi impareggiabili vini.