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martedì 18 Novembre 2025

Sfruttamento, tratta e crudeltà: arrestati a Catania

Un’operazione della Polizia di Catania ha portato all’arresto di tre individui – Santi Giammiello, Kouam Hami e Abderraim Chaibi – in seguito a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari, su richiesta della Procura etnea.
Le accuse mosse sono di gravità eccezionale: tratta di esseri umani, intermediazione illecita di lavoro, sfruttamento lavorativo e, in particolare, atti di crudeltà verso gli animali, un dettaglio che evidenzia la disumanità delle condotte contestate.

L’indagine, scaturita dalla testimonianza di un cittadino marocchino, ha svelato un complesso sistema di coercizione e inganno.
L’uomo, approfittando della vulnerabilità e della disperazione migratoria della vittima, le aveva offerto prospettive lavorative illusorie in Francia, inducendola a trasferirsi a Ramacca, in provincia di Catania.

Qui, la persona è stata “reclutata” per lavorare in un’azienda agricola gestita da Giammiello, dove le condizioni di lavoro erano inaccettabili.
Il compenso per un orario di lavoro estenuante, pari a circa quattordici ore giornaliere, era inizialmente misero: cinquecento cinquanta euro mensili, equivalenti a poco più di un euro all’ora.

Questo importo è stato poi incrementato gradualmente fino a raggiungere gli ottocento euro mensili, una cifra che, pur superiore, rimaneva sproporzionata rispetto all’impegno richiesto e alle condizioni di vita imposte.

Le indagini hanno inoltre fatto luce su gravi carenze igienico-sanitarie negli alloggi destinati ai lavoratori, con condizioni abitative al limite della vivibilità, caratterizzate dalla presenza di infestazioni di roditori.
Un episodio particolarmente sconvolgente ha coinvolto un lavoratore che presentava un ascesso al collo.
Giammiello, al fine di evitare un intervento medico professionale, ha proceduto a drenare l’ascesso utilizzando un ago riscaldato, con la presunta supervisione di Hami.

Questo atto, oltre a rappresentare una grave lesione all’integrità fisica, riflette una totale mancanza di rispetto per la dignità umana e una volontà di eludere qualsiasi responsabilità medica.
Le accuse di sfruttamento non si limitano all’attività lavorativa.
Hami è accusato di aver concorso nell’instaurazione del rapporto di lavoro in condizioni di grave sfruttamento, mentre Chaibi ha assunto il ruolo di intermediario all’interno dell’azienda, gestendo i lavoratori reclutati e fungendo da “guardiano” per impedirne la fuga.

Particolarmente inquietante è l’accusa di atti di crudeltà verso gli animali contestata a Giammiello.

Secondo quanto ricostruito dalla Procura, l’uomo ha fatto sparare a cani che non gli obbedivano, in un atto volto a intimidire e a dimostrare la propria superiorità e mancanza di compassione.

In un caso, ha trascinato un cane ferito e agonizzante, compiendo un gesto che testimonia una profonda disumanità.
La scoperta di una doppietta senza matricola durante l’arresto di Giammiello, unitamente alle accuse di sfruttamento lavorativo di un altro cittadino marocchino, completa il quadro di una rete criminale organizzata e spietata, che ha sfruttato la vulnerabilità umana e animale per il proprio tornaconto.
L’operazione pone l’accento sulla necessità di rafforzare i controlli e le misure di tutela per i lavoratori migranti e di contrastare con maggiore determinazione i fenomeni di sfruttamento e tratta di esseri umani.

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