18 gennaio 2025 – 19:46
Il teatro Petruzzelli di Bari si è trasformato in un mare di emozioni con la rappresentazione de Il Corsaro di Giuseppe Verdi, che ha inaugurato la nuova stagione d’opera e balletto del 2025. La regia magistrale di Lamberto Puggelli, ripresa da Grazia Pulvirenti, ha portato il pubblico in un viaggio avventuroso attraverso le onde verdiane dell’opera che ha debuttato nel lontano 1848 al teatro Grande di Trieste.L’atmosfera romantica dei corsari, guidati dal coraggioso Corrado e dalla sua amata Medora, le epiche battaglie contro i soldati del pascià Seid e la passione travolgente di Gulnara hanno animato il palcoscenico trasformato in una nave che solcava mari tempestosi. Il regista sottolinea l’incredibile capacità di Verdi di far percepire al pubblico la presenza del mare, pur essendo un uomo legato alla terra padana.Il rosso e il nero delle vele, simboli anche della dualità drammatica dell’opera, si aprono come sipario sul talentuoso cast che dà vita alle musiche coinvolgenti tratte dal “poemetto” di Byron. Le melodie scandiscono i momenti più intensi con un ritmo allegro che richiama le radici mediterranee dell’opera.Le vicende intricate si dipanano fino alla tragica fine: Medora, credendo Corrado morto, decide di morire avvelenata. Tuttavia, il corsaro torna a casa insieme a Gulnara, innamoratasi di lui e liberandolo dal pascià. Corrado comprende troppo tardi il suo errore e si getta in mare da una rupe, perdendo così i suoi sogni per sempre.Il coro e l’orchestra del teatro Petruzzelli guidati rispettivamente da Marco Medved e Stefano Montanari regalano interpretazioni straordinarie, mentre le voci potenti di Rame Lahaj (Corrado), Guanqun Yu (Medora), Vladimir Stoyanov (Seid) e Salome Jicia (Gulnara) conquistano applausi scroscianti. Persino lo strepito delle spade diventa parte integrante della colonna sonora dell’opera.In questo spettacolo trionfa l’unione tra musica e teatro, confermando le parole di Verdi: “Non faccio musica ma teatro”. Un’esperienza indimenticabile che va oltre il mero belcanto per abbracciare l’anima drammatica dell’arte scenica.
