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giovedì 20 Novembre 2025

Veneto in Crisi: Rallentamento Economico e Sfide Strutturali

Il Veneto, terra di ineguagliabili primati industriali e di un patrimonio culturale di inestimabile valore, si confronta con una realtà complessa: un progressivo rallentamento che ne intacca il tessuto economico e sociale, specchio di una più ampia crisi strutturale che affligge l’Italia.
Questo declino, ben al di là di cicliche fluttuazioni di mercato, rappresenta una sfida cruciale per il futuro della regione.

Paola Carron, presidente di Confindustria Veneto Est, ha sollevato, durante l’assemblea degli industriali a Padova, un campanello d’allarme che richiede una profonda riflessione e un cambio di rotta.
La perdita di competitività non è un fenomeno transitorio, ma il risultato di una combinazione di fattori interconnessi che richiedono un’analisi approfondita e soluzioni innovative.

Tra le cause principali, emerge con forza il drammatico declino demografico, un processo inarrestabile che depaupera la regione di forza lavoro e di capitale umano.

Questa tendenza, aggravata da una difficoltà strutturale nell’attrarre e trattenere talenti, mina la capacità di innovazione e di crescita.

L’invecchiamento della popolazione, la bassa natalità e l’emigrazione giovanile qualificata impoveriscono il sistema produttivo e compromettono la trasmissione del sapere e dell’esperienza.
Un altro fattore critico è rappresentato dalla sofferenza dell’industria tradizionale, pilastro storico dell’economia veneta.

Settori chiave, pur dotati di eccellenze riconosciute a livello internazionale, faticano ad adattarsi ai cambiamenti globali, alle nuove tecnologie e alle mutate esigenze del mercato.
La lentezza nell’adozione di processi digitali, la resistenza all’innovazione e la difficoltà nell’affrontare la transizione verso un’economia più sostenibile penalizzano la competitività.

L’incertezza geopolitica, con le sue ripercussioni sui mercati internazionali e sulle catene di approvvigionamento, crea un clima di precarietà che frena gli investimenti e le decisioni aziendali.
Le tensioni commerciali, le sanzioni e le guerre compromettono la stabilità dei rapporti economici e rendono difficile la pianificazione a lungo termine.
La transizione ambientale e digitale, pur offrendo opportunità di crescita e di sviluppo, impongono sfide enormi e ingenti investimenti.
L’adozione di tecnologie pulite, l’efficientamento energetico e la digitalizzazione dei processi produttivi richiedono risorse finanziarie e competenze specialistiche che molte aziende non possiedono.

La pressione normativa, la necessità di adeguarsi a standard sempre più stringenti e la concorrenza internazionale rendono il percorso ancora più arduo.
Carron sottolinea l’urgenza di un cambiamento radicale: non si tratta solo di “fare meglio e di più”, ma di farlo “in maniera diversa”.
È necessario abbandonare i modelli di produzione obsoleti, investire in ricerca e sviluppo, promuovere la formazione continua, creare un ambiente favorevole all’innovazione e alla collaborazione, e rafforzare il capitale umano.
Il quadro economico nazionale, con una crescita prevista dello 0,5% per fine anno, dipendente in larga misura dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), è tutt’altro che roseo, e le prospettive future non sono incoraggianti.
È imperativo che il Veneto, e l’Italia nel suo complesso, intraprendano un percorso di riforma strutturale e di modernizzazione, per riconquistare la competitività e garantire un futuro prospero alle prossime generazioni.
La resilienza e l’ingegno del popolo veneto, testimoniati da secoli di storia e di eccellenze, rappresentano la chiave per affrontare questa sfida epocale.

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