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giovedì 20 Novembre 2025

Papa: un appello alla Chiesa, riscoprire l’essenziale e camminare insieme.

L’appello del Papa, risuonato in queste ore a Santa Maria degli Angeli, trascende la mera esortazione a una condivisione di cammino.

Si configura come un imperativo pastorale, un invito a una profonda revisione del ruolo e della missione della Chiesa nel contesto attuale, caratterizzato da un’inestricabile rete di fratture sociali, economiche e spirituali.

Monsignor Ivan Maffeis, arcivescovo di Perugia, ha colto l’essenza di questo messaggio, sottolineando come la Chiesa sia chiamata a diventare un faro di speranza in un orizzonte spesso offuscato dall’incertezza e dalla disillusione.

L’invito a “camminare insieme” non è un gesto di mera cortesia, ma un atto di fede, una risposta concreta all’esigenza di un’umanità frammentata, smarrita in un individualismo dilagante.
Si tratta di un cammino di ascolto, di empatia, di condivisione delle fatiche e delle gioie, dei dolori e delle speranze.

La presenza della Chiesa non può essere relegata a un’istituzione distante, ma deve farsi vicina, tangibile, capace di offrire conforto e sostegno a chi si sente solo, emarginato, abbandonato.
L’esortazione a tornare all’essenziale implica un’autocritica profonda.
La Chiesa deve liberarsi da strutture burocratiche eccessive, da dinamiche interne che rischiano di allontanarla dal popolo, da un linguaggio spesso incomprensibile.

L’essenza del messaggio cristiano risiede nella semplicità dell’amore, del perdono, della compassione: valori che devono irradiare ogni azione, ogni parola, ogni gesto.

La revisione dell’organizzazione ecclesiale sul territorio non è un mero esercizio di riassetto amministrativo, ma una necessità teologica.
La Chiesa è innanzitutto comunità, rete di relazioni umane nate dalla fede.

La presenza pastorale deve essere capillare, adattata alle specificità locali, in grado di rispondere alle esigenze concrete delle persone.
Ciò implica una maggiore decentralizzazione, una maggiore autonomia delle diocesi e delle parrocchie, una maggiore partecipazione dei laici alla vita della Chiesa.

La collaborazione fattiva con le altre realtà sociali, istituzionali, religiose, è un elemento imprescindibile.
La Chiesa non può agire isolata, ma deve essere parte integrante di un tessuto sociale più ampio, contribuendo con le proprie competenze e risorse al bene comune.

Il dialogo interreligioso, il confronto con le altre culture, l’apertura verso le nuove sfide del mondo sono segni di una Chiesa che si sente chiamata a essere servo dei servi, testimone credibile del Vangelo nell’era contemporanea.

L’invito del Papa rappresenta, in definitiva, un appello alla riscoperta delle radici della fede, alla riscoperta del volto compassionevole di Cristo, alla riscoperta della gioia di essere Chiesa, comunità di discepoli missionari, impegnati a costruire un mondo più giusto, più fraterno, più accogliente, animati dalla speranza che, anche nel cammino più difficile, la presenza di Dio non manchi mai.

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